Claudio Argentiero: incontro con l’autore

Il fotografo incontra il pubblico in occasione della mostra "Dalla luce, il colore" in corso allo espositivo 96 metricubi d'arte

Un'opera di Claudio Agentiero

“Dalla luce, il colore” è la mostra in corso allo espositivo 96 metricubi d’arte di Gallarate con opere fotografiche di Claudio Argentiero. Sabato 18 aprile alle ore 11.30 l’autore sarà presente per incontrare il pubblico.

Pensare alla fotografia come mera riproduzione della realtà, è una considerazione superficiale, anche se ampiamente dibattuta fin dagli esordi. Oggi si parla di fotografia tesa a interpretare la realtà, che vuole comunicare o svelare, o più comunemente affermare un’idea, suggerendo nuove visioni.

L’elemento che contraddistingue quindi uno scatto è il contenuto, è il “vedere”, come segno distintivo di una particolare sensibilità che sa cogliere tracce che si animano, attivando un processo di creatività che conduce a suggestioni che hanno un indefinibile sapore poetico. Se quindi lo scrivere con la luce è analizzare il dato sensibile, Claudio Argentiero non solo sublima il visibile attraverso una nota stilistica tutta sua, l’infrarosso, ma si lascia coinvolgere da una concezione impressionista che è tutt’uno con il proprio spazio interiore, grazie al quale trae linfa la sua predisposizione alla manualità, passando dallo scatto al pennello. La lunga esperienza in camera oscura e l’approfondita conoscenza della stampa alla gomma bicromata, ha condotto l’autore a riscoprire una pratica fotografica di fine Ottocento, il pittorialismo, nato per elevare la fotografia alla pittura, ma da lui utilizzato per rendere l’opera un esemplare unico, ricercando sfumature di colore inaspettate.

Così Claudio Argentiero spezza ogni schema fotografico precostituito, scostandosi dal perfezionismo digitale, non certo rincorrendo gusti estetici o nostalgici processi di stampa, ma affermando la preziosità dell’intervento artigianale su uno scatto già pregiato, per la tecnica – l’infrarosso – per la stampa – carte naturali realizzate a mano – e per la ricerca della luce, magnificamente plasmata ai voleri dell’autore.

Ogni immagine in bianco e nero, è stampata con procedimenti certificati e garantiti, comunemente detti “stampa a pigmenti naturali fine art”, arricchiti da raffinati interventi di colore che si declinano in sfumature cromatiche che svelano dettagli inaspettati. Il gesto si integra alla materia, ma non si confonde con la essa, vive nella rugosità della carta che disegna ineguagliabili prospettive e il dipingere con grande perizia alcune parti escludendone altre, enfatizza la ricerca di nuove prospettive evocando una sorta di archeologia dell’immaginario o vibranti scene della natura, che divengono segni. Adottando antichi metodi, ripensando a una fotografia che meritatamente viene riconosciuta dai collezionisti e dai critici d’arte, Claudio Argentiero alimenta un dibattito, tra passato e presente, tra unicità e ripetibilità, tra il ricreare la realtà e il puro atto creativo del fare, che non è finzione ma riluttanza alle tecnologie usurpanti e replicate.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Aprile 2015
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