Commercio equo solidale: la Lombardia ha la sua legge
Approvata all'unanimità in Consiglio regionale: non si occupa solo dei prodotti in arrivo dal Terzo mondo, ma promuove anche quelli della filiera corta lombarda di qualità
Sostegno e riconoscimento delle organizzazioni di commercio equo e solidale e tutela di venditori e consumatori. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una legge che per la prima volta fissa regole chiare e certe per un comparto che ha saputo crescere in quantità e qualità e annovera ormai oltre 70 mila punti vendita in tutta Europa, 150 dei quali in Lombardia con 13 mila soci.
La legge in particolare definisce soggetti e prodotti che potranno beneficiare di contributi e fissa alcuni requisiti fondamentali che riguardano il prezzo equo dei prodotti, il miglioramento degli standard ambientali della produzione, la trasparenza della filiera, una serie di doveri a carico del produttore (condizioni di lavoro sicure, equa retribuzione, rispetto dei diritti sindacali). Il testo recepiva diverse sollecitazioni contenute in un precedente progetto di iniziativa popolare che aveva raccolto 7.780 firme. Particolarità della legge lombarda è l’attenzione anche ai prodotti della filiera corta regionale.
«Regione Lombardia – ha detto il relatore, consigliere Pd Agostino Alloni – arriva dopo altre 11 regioni, ma cerca di fare il punto della situazione rispetto a ciò che il commercio equo solidale è diventato in questi anni e introduce un’importante novità: accanto ai prodotti in arrivo dal Terzo mondo, si promuovono anche quelli della filiera corta lombarda di qualità. Il progetto individua con precisione soggetti e prodotti che potranno beneficiare dei contributi (a partire dal sostegno ai progetti di promozione nelle scuole fino alle iniziative di cooperazione allo sviluppo). Definisce i requisiti necessari al riconoscimento delle organizzazioni e sancisce i contenuti dell’accordo di lunga durata con i produttori, ossia il pagamento equo dei prodotti acquistati, il miglioramento degli standard ambientali della produzione, la trasparenza della filiera e una serie di obblighi a carico del produttore».
Via libera anche a un ordine del giorno della Lega Nord che chiede alla Giunta attenzione sull’applicazione della legge e sui motivi della mancata attuazione delle norme sulla promozione nelle mense pubbliche di prodotti biologici e a kilometro zero (prevista nel Testo Unico Agricoltura n.31 del 2008).
«Questo provvedimento – commenta Mauro Parolini, assessore regionale al Commercio – si inserisce inoltre a pieno titolo nel tema dell’Esposizione Universale ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’, e permette, a Regione Lombardia, di dare un segnale molto importante che si colloca idealmente all’interno di una riflessione più ampia nel tempo e nei confini, che riguarda la promozione di un’alimentazione sana e il sostegno solidale e realmente sussidiario dei Paesi in via di sviluppo».
Le nuove norme – Saranno sostenute iniziative culturali e azioni di sensibilizzazione, attività di formazione anche nelle scuole, azioni nel campo della cooperazione, fiere periodiche, fondi di garanzia da parte di banche etiche per progetti di queste organizzazioni. L’Aula ha anche approvato un emendamento per garantire al consumatore informazioni sulla ripartizione dei prezzi lungo la filiera.
Albo, Consulta e Giornata regionale – Le cooperative del settore potranno iscriversi nell’albo ad hoc previsto dalle norme per la cooperazione in Lombardia e in materia di volontariato, associazionismo e mutuo soccorso. Sarà istituita una Consulta regionale che si occuperà dell’attuazione della legge, di favorire reti locali e promuovere iniziative e verrà promossa e organizzata “la giornata regionale del commercio equo e solidale”.
Numeri – In Lombardia sono 60 i soggetti che fanno “commercio equosolidale” per un totale di 13.000 soci, 150 punti vendita e un fatturato annuo di quasi 18 milioni di euro. 2000 volontari sono impegnati nelle botteghe lombarde e circa 300 sono gli addetti regolarmente retribuiti. Per i progetti da realizzare con questa legge la Regione ha messo a diposizione 100.000 euro.
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