Donare il cibo più facilmente, in parlamento la legge “anti spreco”

Una legge per rendere più facile la donazione di alimenti invenduti e che diventerebbero sprecati è stata depositata dalla deputata varesina Maria Chiara Gadda: "Ogni anno sprechiamo cibo per 8 miliardi di euro"

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«Una legge per limitare gli sprechi, utilizzare consapevolmente le risorse e promuovere la sostenibilità ambientale». E’ questo il senso della legge depositata alla Camera dei Deputati lo scorso 17 aprile dai deputati Pd Maria Chiara Gadda e Massimo Fiorio. «Il testo raccoglie molte indicazioni, sollecitazioni e proposte provenienti dal mondo del volontariato, dagli enti locali virtuosi -spiega la deputata varesina- che su questo tema hanno attivato molte buone pratiche sul territorio nazionale, dalla grande distribuzione sensibile ai progetti di donazione delle eccedenze e dalle imprese che fanno dell’innovazione il loro vantaggio competitivo».

Paradossalmente gli anni della recessione hanno alimentato, anche in Italia, fenomeni contraddittori: se da una parte abbiamo assistito alla progressiva difficoltà da parte delle famiglie anche per quanto riguarda una sana e corretta alimentazione e le politiche sociali nazionali hanno subito tagli evidenti, dall’altra è cresciuto in modo esponenziale lo spreco domestico: solo in Italia quello degli alimenti raggiunge infatti un volume annuo di oltre 8 miliardi di euro. «Questa legge –sottolineano i deputati Pd– vuole rafforzare gli indirizzi comunitari di contrasto agli sprechi e promuovere un modello di consumo e di produzione sostenibile e finalizzato alla protezione e conservazione delle risorse del pianeta, allo sviluppo sostenibile ed un uso efficiente delle risorse».

Il testo propone, nello specifico, un quadro di riferimento normativo che regola le donazioni degli alimenti invenduti e di altre tipologie di prodotti con misure di semplificazione, armonizzazione ed incentivazione. «La proposta di legge – concludono i deputati– intende infatti colmare alcune lacune ed inadeguatezze del nostro ordinamento: a partire dalla definizione di un nuovo quadro regolamentare chiaro ed omogeneo in materia igienico-sanitaria, dall’introduzione di procedure standardizzate, dallo snellimento burocratico penalizzato oggi da troppi adempimenti di natura fiscale e dalla definizione di incentivi mirati per i soggetti donatori».

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Aprile 2015
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