Canne contro reti, nel lago di Varese la “guerra” delle carpe
Un articolo pubblicato da un sito specializzato relativamente all’attività di uno degli storici pescatori di professione del lago di Varese ha sollevato un polverone
Pescatori di carpe contro professionisti. Un articolo pubblicato da un sito di pescatori specializzati relativamente all’attività di uno dei pescatori di professione del lago di Varese ha sollevato un polverone che fa emergere due modi diversi e apparentemente incociliabili di intendere la pesca sul lago.
Ma andiamo con ordine. Il fatto scatenante è un articolo pubblicato dal sito specializzato Carponline.it che riprende l’annuncio di uno dei pescatori della cooperativa di pesca di Cazzago Brabbia. Si tratta di Ernesto Giorgetti, uno dei 4 storici pescatori del lago di Varese, che praticano l’attività di pesca da tutta la vita. Giorgetti ha pubblicato su un sito di vendite online un’offerta di vendita di pesci di grosse dimensioni che recita così: “Come pescatore di professione catturo spesso pesci di grossa taglia come siluri, carpe o lucci – scrive Giorgetti – se può interessare qualche pesce fatemi sapere”.
Tanto è bastato ai “carp fisher”, così si chiamano gli appassionati di pesca alla carpa, per scatenare il finimondo con accuse di ogni tipo nei confronti del pescatore cazzaghese. Il punto sta, però, nel capire perché.
Partiamo dal necessario presupposto: a prima vista, l’attività di Giorgetti rientra in un profilo perfettamente legale. Gli uffici della Provincia di Varese hanno ricevuto la segnalazione su questo caso e spiegano che la pratica dovrà essere ben approfondita confrontandola anche con il piano ittico ma che da una prima analisi non emergono violazioni. I quattro pescatori rimasti sul lago di Varese, tra i quali proprio Giorgetti, costituiscono la cooperativa dei pescatori che ha diritto esclusivo di pesca sul Lago di Varese. In poche parole: quello è il lavoro che svolgono da tutta la vita: pesca e vendita di pesci, naturalmente entro le regole di pesca imposte dal piano ittico.
E dunque dove starebbe il problema? Per scoprirlo bisogna addentrarsi nel mondo degli appassionati di pesca e dei carp fisher. Un mondo, va detto, che è fatto di persone molto appassionate della materia e che talvolta difficile da comprendere. Il loro punto di vista riguarda però un modo diverso di gestire le risorse del lago e, secondo quanto spiega qualcuno, un modo che sarebbe anche una risorsa importante per tutto il territorio. Ecco cosa ci scrive un pescatore sulla nostra pagina Facebook:
La vendita dei grossi pesci è un esempio di come gestire male le risorse lasciandole nelle mani delle persone sbagliate – scrive sulla nostra pagina Facebook il pescatore Andrea -. Se per rilanciare si intende commerciare pesci morti di grossa taglia o “pregiati” che potrebbero rendere 10 volte tanto da vivi, beh siete fuori strada. I predatori (siluro incluso) e le carpe per la pesca sportiva, la flora e la fauna, creano un indotto turistico e commerciale che potrebbe tranquillamente coinvolgere/trasformare le attività di pesca commerciale in attività turistiche, vedi esempi come Lago di Viverone e di Pusiano. In altri paesi come gli USA o senza andar lontano Francia e Spagna, ogni singola specie di predatori è considerata un game fish, cioè un pesce di interesse per la pesca sportiva. Su di esso viene creato un servizio turistico di guide di pesca, negozi di pesca che vendono anche permessi, alberghi ecc ecc ecc…. e soprattutto è obbligatorio tutelarlo rilasciandolo vivo immediatamente dopo le foto di rito….. da noi si pensa ancora che pescare con le reti in acque interne sia un “lavoro” sostenibile e redditizio.
La questione, evidentemente, riguarda la centralità che si vuole dare all’attività di pesca sul lago. A tal proposito abbiamo chiesto anche il parere dello stesso pescatore Ernesto Giorgetti che non è affatto il “mostro” che viene dipinto in queste ore ma un uomo che ama e vive il lago da tutta la vita e fa il pescatore professionista da 60 anni.
«Ho provato alcune volte a confrontarmi con il mondo di questi pescatori di carpe ma non riusciamo a trovare dei punti di comunicazione – racconta Giorgetti -. L’equilibrio del lago di Varese è molto complicato perché si tratta di un sistema eutrofico e noi pescatori abbiamo imparato a conoscerlo in decenni di attività e anche a regolarlo riparando ai sui squilibri. Ogni immissione di materia organica compromette le condizioni del lago e i pesci vi sono compresi. Per mantenere l’equilibrio è necessario sfoltire i pesci e soprattutto questi pesci di grosse dimensioni che spesso sono dannosi per il sistema complessivo del lago e degli altri pesci. Inoltre io sono un pescatore quindi pescare e vendere il pesce fa parte della mia attività. Gli acquirenti di questi grossi pesci sono i proprietari di laghi per la pesca sportiva quindi non sorgono ulteriori problemi».
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Buon giorno!
In questi giorni si è creato un putiferio attorno al signor Giorgetti e all’ annuncio da lui pubblicato e poi prontamente tolto per chi sa quale motivo visto che secondo lui tutto è di chiara trasparenza!
Da parte mia però lo sdegno viene dal fatto che negli ultimi mesi la cooperativa dei pescatori ha stilato un nuovo regolamento proprio per la pesca alla carpa “carpfishing”nel quale vengono apportate nuove e giuste regole tra l’altro suggerite proprio da noi carpisti ma la cosa assurda è che i costi dei permessi sono stati notevolmente aumentati!Ed allora io che pago per un servizio e mi vedo depredato pubblicamente per quello che pago non devo essere disdegnato?
Gentili tutti, mi riferisco sia al giornalista autore del pezzo che alla redazione che lo pubblica che ai vari commentatori.
Specifico che sono il figlio di un Giorgetti, uno degli ultimi pescatori del Lago di Varese, che sono cresciuto sul lago di Varese, che ci vivo dalla nascita e che conosco molto bene gli equilibri di un ecosistema unico al mondo come quello del Lago di Varese.
Constato che le problematiche di questo articolo sono due:
1- un giornalismo fatto con ben poca serietà e cognizione di ciò che si sta facendo, al limite del penale che vede nominata una persona: Ernesto Giorgetti e poi vede pubblicata la foto di un’altra persona: Luigi Giorgetti. Si tratta di due colleghi ma di due persone con pensieri distinti che non obbligatoriamente collimano come invece viene fatto emergere nell’articolo. Il giornalismo sta cambiando, i tempi sono molto più veloci ma spesso vengono commessi questi errori, troppo spesso! Possibile che un giornalista prima di scrivere non si premuri di conoscere le persone che rilasciano dichiarazioni? Che vengano solo utilizzate foto d’archivio messe alla rinfusa per colorare l’articolo che poi di sostanza ha veramente poco???? Sinceramente ci aspettiamo almeno le scuse, rese pubblicamente per l’accaduto che ripeto è al limite della denuncia;
2- il problema del lago di Varese non sono i Pescatori professionisti! Il diritto di pesca del Lago è di PROPRIETA’ della Cooperativa Pescatori Lago di Varese, fondata negli anni ’30 del Novecento e che ha garantito con la sua attività in tempi facili e anche difficili la sopravvivenza del lago! Ogni pescatore ha le proprie idee e i propri modi di esprimersi ma i pescatori stessi che FANNO PARTE di questo sistema, ecosistema, sistema naturale complesso molto più di chi pratica carp fishing (che è uno sport molto alla moda ma probabilmente nulla di più). Invito quindi coloro che conoscono il lago solo superficialmente a non contraddire coloro che sul lago ci escono ogni giorno da circa 65 anni con ogni condizione climatica e non per fare quattro lanci di canna in primavera quando è bello dormire fuori in tenda. Dai nostri anziani dobbiamo e possiamo solo IMPARARE a rispettare la natura, io stesso inserito nella vita quotidiana del nostro tempo sono a un livello di conoscenza molto più basso di quello di mio padre nonostante il lago lo VIVO TUTTI I GIORNI. Nessuno e ripeto veramente nessuno di coloro che ha scritto qui commenti veramente banale può sapere cosa voglia dire tornare da una vacanza magari bellissima, magari al mare in un posto splendido e arrivare a pochi metri dal lago, sentirne l’odore, il sapore, il respiro che ti nutre con le sue onde e dire finalmente SONO A CASA! Questo è il punto una conoscenza più che approfondita, intima, di VITA non di sussistenza ma di CONNUBIO VITALE che solo i pescatori PROFESSIONISTI hanno e possono avere. Cerchiamo di avvicinarci a loro e non di criticarli e di sentire il loro respiro che va di pari passo con quello del lago. Cerchiamo di non criticarlo nè con commenti troppo stupidi che i giornalisti non dovrebbero nemmeno pubblicare nè con articoli a dire poco banali che altro non fanno che alterare questo clima e questo ECO – SISTEMA!
Gentile lettore,
grazie del suo intervento. Lo pubblichiamo per dare spazio al dibattito e alla sua testimonianza, che è quella di chi vive da sempre sul lago e lo ama forse più di ogni altro.
Quanto alle due contestazioni che ci ha rivolto, è opportuno precisare alcuni punti.
Ci scusiamo per la fotografia che ritraeva Luigi Giorgetti e non Ernesto Giorgetti, abbiamo provveduto a modificare l’immagine a corredo dell’articolo.
La seconda contestazione necessità un discorso più articolato. L’articolo racconta il contrasto tra i pescatori di carpe e i pescatori professionisti, che da sempre curano e amano il lago. Ci sembrano un po’ ingenerose le critiche al nostro giornalista. Noi abbiamo dato spazio ai due punti di vista, e dato voce a Ernesto Giorgetti per spiegare l’accaduto. E’ indubbio che il nostro rispetto e la nostra ammirazione vadano sempre ai cultori di questa antica tradizione, ma non potevamo esimerci dal dare conto di entrambe le posizioni.
Gentile Giovannelli,
ringrazio molti per la celere risposta data. Accettiamo ovviamente le scuse per la svista sulla foto. Per quanto riguarda l’espressione delle due opinioni dei carpfisher e dei pescatori a confronto mi trovo tuttavia a dissentire con lei. In qualche modo sembra privilegiare l’opinione dei primi a discapito dei pescatori seppur in modo velato. Ho quindi invitato il giornalista a confrontarsi direttamente con i pescatori e e sono convinto che se lo vorrà fare nasceranno articoli dai quali si respira il rispetto e la cultura che hanno portato avanti per generazioni. Vi aspettiamo! Ovviamente a Cazzago Brabbia al lago di piazza.
Giovanni Giorgetti
Buona sera,
leggo solo ora, ritengo comunque opportuno specificare una cosa, forse la più importante,
il pescatore di professione non può commerciare pesce vivo, a meno che sia un allevatore, ciò che non sono.
Il traffico di questi esemplari di carpe, che se di grosse dimensioni non sono nocivi, tutt’altro, è diventata una moda redditizia, tolti alle acque libere per immetterli in cave a pagamento dietro lauta mancia.
Quindi non è stato detto che le prelevano vive, e che non potrebbero.
Da morto questo pesce non avrebbe quel valore che per capi di oltre i 20 kg superano i 200€ mentre da morti non raggiungono i 3 € al kg.