“Non è colpa delle insegnanti”
Parla la vicepreside della scuola coinvolta nella tragedia di Castelletto Ticino: "L'insegnante non ha colpe, ha fatto solo il suo dovere"
I bambini hanno visto. Non tutto. Non tutti. Ma qualcuno ha urlato e pianto. Già solo questo dà la dimensione della tragedia avvenuta il 25 maggio a Castelletto Ticino. Ma perchè il bus della scuola è ripartito e non ha prestato soccorsi? In realtà chi c’era ha raccontato una storia diversa, almeno stando a quanto risulta alla vicepreside dell’istituto comprensivo di Travedona, la professoressa Patrizia Dova (nella foto). Lunedì scorso una classe di prima media della scuola di Varano Borghi, che è parte dell’istituto comprensivo di Travedona Monate, parte per una gita ad Alagna Valsesia. Al ritorno, nel pomeriggio, un’auto sorpassa il bus e ha un incidente sotto i loro occhi.
«Fino a questa mattina io sapevo solo questo – osserva la vicepreside – uno choc, certo, ma non uno scontro che avesse coinvolto direttamente il nostro bus. L’insegnante di francese mi ha raccontato martedì mattina che cosa era accaduto. Si era trattato di una vettura che si era ribaltata davanti al pulmino. I bambini si erano spaventati, alcuni avevano visto qualcosa, altri invece avevano solo sentito le urla dei compagni. L’insegnante – continua la vicepreside – mi ha riferito di aver visto l’auto ribaltarsi e di aver notato che un corpo era stato sbalzato al di fuori. Era probabilmente una donna. Una scena terribile e scioccante. A quel punto si sono fermati. Lei stessa ha chiamato i soccorsi con il suo cellulare. Dopo la sosta, sono ripartiti, ma nessuno ha mai pensato di aver investito qualcuno. Questo mi è stato riferito».
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L’episodio era noto nella scuola, ma nei termini che spiega la professoressa: nessuno immaginava il contrario. La gita ad Alagna é una delle tante proposte didattiche dell’istituto. A ogni viaggio, la scuola redige una gara d’appalto con le imprese di trasporto e affida il lavoro a chi presenta l’offerta migliore. Il rapporto tra la scuole a le ditte della zona è consolidato e non è mai accaduto nulla. La Cairo di Cadrezzate in questo senso è apprezzata. Quel giorno la gita era stata organizzata per una classe di 29 ragazzi. Gli insegnanti accompagnatori erano due: «Sono le nostre regole e riguardano anche i contratti di assicurazione – continua Patrizia Dova – ogni insegnante ha la responsabilità su 15 alunni. Le insegnanti non possono mai lasciarli soli, e in questo caso non avrebbero neanche potuto scendere dal bus e abbandonare all’interno i ragazzi».
La polizia stradale di Romagnano Sesia è risalita all’autista dello scuolabus, perchè un testimone ha riferito che in quel punto c’era anche un pullman con dei ragazzi in gita. Ma soprattutto perché guardando i tabulati telefonici ha notato un gruppo di chiamate, nello stesso lasso di tempo, verso utenze della zona di Varano Borghi. Erano i ragazzini che chiamavano i genitori. Gli inquirenti hanno contattato la scuola e sono risaliti alla ditta. «Le insegnanti non c’entrano nulla in questa storia – osserva la vicepreside – hanno solo fatto il loro lavoro e gestito lo choc degli alunni».
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