Landini: “Ora Whirlpool deve ascoltare i lavoratori”
Il segretario nazionale della Fiom Cgil è intervenuto all'assemblea dei lavoratori di Cassinetta che hanno dato un'indicazione netta: «Riequilibrare le produzioni per evitare le chiusure»
Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom Cgil, è uscito dalla portineria di Whirlpool a mezzogiorno in punto, accompagnato dai delegati sindacali e dal segretario provinciale Stefania Filetti, dopo aver partecipato all’assemblea nello stabilimento di Cassinetta, la prima per il leader sindacale da quando è iniziata la vertenza con la multinazionale americana.
Landini, com’è andata l’assemblea con i lavoratori?
«La novità di oggi è l’indicazione data dai lavoratori affinché l’azienda trovi il modo di riequilibrare le produzioni e quindi che non venga chiuso nessun stabilimento. È importante che questo passaggio venga da Varese perché quelle chiusure sono un punto centrale del piano presentato dall’azienda che al tempo stesso ha la possibilità di far crescere l’occupazione. Quindi Whirlpool faccia tutti gli investimenti che ha detto, anche di più se può. Credo che la volontà espressa dall’assemblea sia un atto di solidarietà e autonomia molto forti. A questo punto il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo arrivare a un accordo e questo è il modo migliore per andare il 9 giugno all’incontro al ministero dello Sviluppo Economico per preparare lo sciopero del 12 giugno di tutto il gruppo».
Quindi lo sciopero generale e la manifestazione dei lavoratori del gruppo a Varese sono confermati?
«Sì, però occorre sottolineare che non è uno sciopero di solidarietà ma per sostenere una proposta del sindacato per fare un accordo che cambi su alcuni punti le prime indicazioni dell’azienda e rafforzi l’integrazione complessiva del gruppo».
Quanto pesa in questa vertenza il vecchio accordo fatto con Indesit?
«Quell’accordo, va riconosciuto, non aveva risolto il problema degli esuberi di Indesit, era però un numero ben identificato, il problema è che Whirlpool ne ha aggiunti degli altri. Il punto vero oggi è quale nuovo accordo facciamo, che confermi e rafforzi gli investimenti, perché siamo di fronte a un gruppo industriale che ha dichiarato di voler investire 500 milioni di euro e anche qualcosa di più, dopo il confronto che si è avviato adesso. La questione che noi poniamo a Whirlpool è evitare la chiusura di Carinaro e dopo l’assemblea di oggi abbiamo un argomento in più da portare all’azienda, perché c’è un mandato dei lavoratori che invita Whirlpool a riflettere e a ragionare su un riequilibrio delle produzioni».
L’aver riportato la trattativa fuori dal ministero ha contribuito a innescare una fase nuova?
«In questa fase la lotta e la trattativa devono stare assieme e per raggiungere un accordo degno di questo nome la Fiom va a qualsiasi tavolo di trattativa. L’incontro di Firenze è stato importante perché l’azienda ha dimostrato un’apertura su Carinaro perché ha messo sul tavolo alcune disponibilità che vanno approfondite, ma orientate nella direzione di evitare le chiusure. E il fatto che nell’assemblea di oggi delegati sindacali e lavoratori di Cassinetta hanno sostenuto la necessità di riequilibrare le produzioni per evitare la chiusura, è un tema di cui l’azienda deve tenere conto».
Il piano di Whirlpool tocca per la prima volta gli impiegati di Cassinetta e Comerio c’è qualche novità “buona” anche per loro?
«Sul versante impiegati l’incontro di Firenze ha chiarito due cose: il primo è che non c’è un problema nominativo di persone ma che si sta parlando di postazioni di lavoro che vengono messe in discussione in funzioni. Quindi si è ragionato di accompagnare le persone alla pensione e di incentivare le uscite volontarie, naturalmente si sta parlando di tutto il gruppo. Questi due strumenti, attraverso processi di mobilità e cambiamento, possono evitare, come noi chiediamo, i licenziamenti. Noi pensiamo in modo esplicito che lo strumento migliore per affrontare questa riorganizzazione sia il contratto di solidarietà».
Anche la classe impiegatizia, dopo quella operaia, andrà in paradiso?
«Speriamo di andarci tutti in paradiso ma mi sembra che in questa fase l’ascensore sia bloccato».
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