Legge sugli ecoreati, Gadda e Bignami soddisfatte
La deputata fagnanese e la senatrice bustocca esprimono la loro soddisfazione per l'approvazione della legge che allunga i tempi di prescrizio e istituisce nuove tipologie di reato
Il Parlamento ha approvato la legge sugli ecoreati, finalmente l’Italia si dota di uno strumento necessario a contrastare con maggiore incisività un settore che ormai da qualche decennio è fonte di guadagni illegali soprattutto per le organizzazioni mafiose che prosperano grazie anche ad una legislazione che è sempre stata particolarmente blanda sul tema.
La legge, dopo l’approvazione alla Camera, ora è stata approvata anche dal Senato e a breve verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Plauso è stato espresso dalla deputata fagnanese del Pd Maria Chiara Gadda e dalla senatrice bustocca Laura Bignami, esponente del Movimento X.
«L’approvazione definitiva della legge sugli ecoreati è una splendida notizia e una promessa mantenuta. Il Senato ha tenuto fede all’impegno assunto durante il passaggio alla Camera di approvare la legge in tempi rapidi. Diamo finalmente all’Italia un testo unico che persegue penalmente, e all’interno di un quadro normativo coordinato, i delitti contro l’ambiente». Così si esprime Maria Chiara Gadda, membro della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati.
«Dopo oltre 15 anni di attesa e di rinvii, infatti, il nostro Paese si dota di strumenti nuovi e più incisivi di contrasto alle ecomafie, all’illegalità ambientale e alle altre forme di inquinamento» spiega la parlamentare democratica ricordando che «ora inquinare è un delitto. Questa legge colpisce condotte sino ad oggi punite solo con contravvenzioni e sanzioni amministrative,raddoppia i termini di prescrizione dei delitti ambientali e individua nuovi illeciti».
Laura Bignami, nel suo intervento al Senato, ha sottolineato la necessità di questo testo, particolarmente importante anche per un territorio come quello attraversato dal fiume Olona, uno dei corsi d’acqua più inquinati d’Europa: «È un testo necessario perché, dopo più di vent’anni di attesa, finalmente inserisce nel codice penale i reati commessi contro l’ambiente. Allunga, fino a raddoppiarli, i tempi di prescrizione; introduce nuove fattispecie delittuose, quali quelle di inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico ed abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento del controllo ambientale e omessa bonifica.
È una legge che ci chiede anche l’Europa, e forse è per questo che, dopo vent’anni, abbiamo una legge. Pensiamo poi al caso della valle Olona, un’area che prende il nome dal fiume Olona e che si estende dalla Provincia di Milano a quella di Varese: oggi risulta in gran parte contaminata da mercurio presente nel suolo. Secondo un documento di Legambiente, le valutazioni della qualità delle acque in questa valle vanno dallo «scarso» al «cattivo», al «pessimo», mentre secondo l’Europa, teoricamente, dovrebbe essere «più che buono».
Nel complesso, lo stato ambientale è estremamente critico con un significativo inquinamento delle falde acquifere, dell’aria e del suolo, ma nessuna delle autorità competenti – ripeto nessuna delle autorità competenti – è al momento intervenuta e l’interpellanza urgente che ho presentato su questo tema è lettera morta».
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