“Ridurre il consumo di suolo? Non ideologia, ma buon senso”

Il commento di Sinistra Ecologia e Libertà, dopo l'approvazione della Variante al Pgt che cancella l'edificabilità delle aree a Sud della città

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Sel Gallarate sull’approvazione della Variante al Pgt  della città, una scelta strategica che ha visto anche una forte contrapposizione tra maggioranza e opposizioni

 

In consiglio comunale, durante la votazione della variante generale al PGT, è stato ricordato che pochi altri comuni hanno una percentuale di superficie del proprio territorio coperta dal cemento come Gallarate (che supera il 70%). Sono alcuni comuni intorno a Napoli, dove per anni non c’è stato alcuno strumento urbanistico a regolare lo “sviluppo”.

E dove, questo lo aggiungiamo noi, la presenza mafiosa è ingombrante e soldi sporchi da ripulire con la speculazione edilizia ce ne sono sempre stati tanti.

Ciononostante c’è chi persevera nel volere fare costruire. Perché? Perché le immobiliari presenti nelle aree verdi a nord e sud della SS336 sono lobby potenti e intimidiscono. Perché c’è chi considera saggio avere i poteri forti al proprio fianco.

Anche la Lega che nel 2011 aveva fortemente contrastato quello che era il PGT, con tutto il cemento e i supermercati che prevedeva, si è piegata ai poteri forti. Dietro alla maschera del no ai luoghi di culto, non ha partecipato al voto, preferendo mantenere il PGT che c’era. Insomma “padroni a casa nostra”, ma solo dopo che le speculazioni edilizie hanno fatto i propri comodi.

C’è anche chi ha voluto bollare questa variante dello zero cemento sulle aree verdi come il frutto di un’imposizione ideologica della sinistra, una cambiale pagata a SEL. Di fronte a una cronaca che purtroppo ci ha abituati a politici che si fanno ripagare a suon di tangenti e beni di lusso, non ci infastidisce certo che qualcuno dica che il nostro stare in maggioranza è stato ripagato con la salvaguardia del territorio. Ma è onesto riconoscere che seppure SEL ha sempre sostenuto (anche dall’opposizione) l’importanza di finirla col consumo di suolo, si è arrivati a questo risultato condividendolo con il resto della maggioranza.

E’ bene anche chiarire che nello smettere di prevedere consumo di suolo non c’è nessuna ideologia, semmai c’è del buon senso. L’unica ideologia che nel dibattito in consiglio comunale si è manifestata è quella per cui lo sviluppo può avvenire solo colando cemento sulle aree verdi. Un’ideologia che ha fatto e continua a fare danni gravissimi e irreparabili. E che si accompagna spesso con affari e affarismi della peggiore specie.

Dunque la variante generale è stata approvata. Quindi niente più cemento inutile nelle aree verdi intorno alla statale 336 (che diventano agricole) e riqualificazione dell’esistente, a partire dalle aree degradate intorno alla stazione.

Eliminata anche la possibilità di realizzare nuovi grandi distribuzioni (quelle oltre 2.500 metri quadrati) e ridotte fortemente le previsioni di medie distribuzioni (da 250 a 2.500 mq). A differenza del PGT del centrodestra, nessuna media distribuzione è prevista in via Vespucci (dove ne erano programmate ben 2, a pochi metri dal FARE), nella zona dell’ospedale, in via Roma, in via Custodi e in via Cattaneo. Rimane la previsione in via Torino (dove già c’è) e nelle aree dismesse della stazione (un ambito di trasformazione molto modificato e ampliato fino a contenere le aree dismesse di via Pacinotti).  Con un meccanismo che aumenta progressivamente il numero di parcheggi da assicurare obbligatoriamente con l’aumentare dell’estensione di vendita, ci si è poi proposti di rendere più conveniente dimensioni fino a 1.000 metri quadrati (leggi europee come la direttiva Bolkestein impediscono di porre limiti predefiniti all’estensione della media distribuzione).

 

Anche fuori dalle aree verdi, c’è una forte contrazione delle possibilità edificatorie, visto la quantità di immobili sfitti presenti in città. Alcuni ambiti di trasformazione sono significativamente ridotti (come in viale XXIV Maggio), altri sono eliminati (oltre gli ambiti legati alla grande distribuzione -AT14- e alle aree verdi della SS336 – AT15-, anche via Curioni, via S. Giorgio, via Pastori).

Sono eliminati anche là dove ci sono attività produttive operanti (via Custodi, via Cattaneo, Viale dei Tigli). Abbiamo così voluto difendere il lavoro: programmare possibilità edificatorie là dove c’è un’azienda funzionante, significa infatti promuoverne in qualche modo la chiusura, significa promuovere la speculazione del cemento versus il lavoro e l’investimento produttivo.

 

Si interviene anche sul tipo di residenza: in vari ambiti di trasformazione è richiesto almeno il 20% di edilizia convenzionata, vale a dire edilizia a prezzi calmierati.

Sull’edilizia popolare si è scelto di evitare la ghettizzazione. Tolta l’area in via Curtatone e l’area a Cedrate, area di un privato attraversata longitudinalmente da un cavo dell’alta tensione, si è preferito puntare su via Forze Armate, dove verranno costruite residenze in convenzionata e case popolari.

 

Ridotte le possibilità edificatorie anche nelle aree industriali: delle tre attuali, ne resterà solo una, quella di via Danimarca. Scompare la logistica di via Padova e si mantengono i boschi e i terreni agricoli anche in viale dell’Unione Europea (per un totale di circa 200mila metri quadrati in meno).

 

Viene invece introdotto un nuovo ambito di trasformazione nell’area dell’aeronautica, a seguito della futura dismissione come sito militare da parte del Ministero. Si prevede un polo tecnologico produttivo dedicato all’innovazione, mentre si esclude con chiarezza la possibilità di insediare complessi logistici.

SEL Gallarate

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Giugno 2015
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