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Scrutini a singhiozzo per lo sciopero dei docenti
In alcune scuole superiori i docenti hanno deciso di bloccare la chiusura dell'anno scolastico. La protesta farà slittare la pubblicazione dei tabelloni e la consegna delle pagelle
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Protesta a macchia di leopardo nelle scuole varesine dove i docenti stanno bloccando gli scrutini. Completate le valutazioni per le classi impegnate nelle prove d’esame, per le altre si procede a singhiozzo a causa dello sciopero indetto dai docenti per protestare contro la Riforma della Scuola.
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Sulla pagina Facebook di uno dei docenti più attivi si fanno i conti della partecipazione: al Montale di Tradate 15 e una decina al Don Milani, al Gadda Rosselli 4 su 5, al Daverio-Casula Varese bloccati 18 su 22, al Dalla Chiesa di Sesto Calende 13 su 22, al Curie di Tradate 12 su 16, allo Stein di Gavirate per ora due, altissima partecipazione al “blocco” al Keynes di Gazzada.
Operazioni regolari e senza intoppi, invece, al Cairoli di Varese, all’Isis Bisuschio, all’Ite Tosi di Busto, al liceo artistico Frattini.
La protesta prevede di scioperare nelle prime ore di ogni sessione di scrutinio, così da rallentare tutte le operazioni che si protrarranno portando a posticipare la distribuzione della pagelle e la pubblicazione dei tabelloni attesi dagli studenti per dare ufficialmente il via all’estate.
Le ragioni dell’astensione sono state riassunte dal professor Caputo, dell’istituto Montale di Tradate:« l’Esecutivo e la maggior parte dei media in questi mesi hanno provato a presentare la mobilitazione dei docenti italiani come una forma di opposizione preconcetta e corporativa ad una proposta di modernizzazione incentrata sulla figura del preside-manager. Secondo i lavoratori della scuola si tratta di una proposta pericolosa che introduce distorsioni nei meccanismi di assunzione dei docenti, spalanca le porte a una deriva, tutt’altro che ipotetica, di assunzioni clientelari e, soprattutto, svuotando di fatto gli organi collegiali, allontana per sempre la scuola italiana dai principi costituzionali fondati su partecipazione, pluralismo e scelte condivise all’interno della comunità scolastica».
Nonostante la contrarietà alla riforma sia diffusa, questa modalità di contestazione non viene condivisa da tutti gli insegnanti a causa sia della scarsa visibilità che si ottiene ma anche per la mancanza di rispetto per chi non vuole partecipare allo sciopero.
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