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Vita notturna tra divertimento e proteste: la “movida” in rivolta
Un bar che chiude ha scatenato i suoi giovani avventori che si sono ritrovati per protestare. Il divertimento notturno e la quiete dei vicini erano da tempo oggetto di litigio
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La vicenda sembra essere il classico epilogo di una storia di incomunicabilità tra la legittima voglia di divertirsi e l’altrettanto legittimo diritto al riposo. Dinamiche tipiche nei paesi e nelle città dovute alla cosiddetta “movida”, ovvero quella situazione di animazione e divertimento legato alla vita notturna dei giovani. A Laveno Mombello tutto questo si è verificato in particolare al Miralago Cafè, un’attività che si affaccia sul lungolago lavenese. Il successo delle serate al bar era diventato travolgente coinvolgendo tantissimi giovani che ne avevano fatto il proprio luogo di riferimento per uscire e stare in compagnia.
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Come spesso accade, però, la musica, il vociare, e il divertimento vissuti con tanta passione al pian terreno non assumevano la stessa valenza alle orecchie dei piani superiori dove il vicinato non si sentiva per niente coinvolto e, anzi, lamentava il diritto alla quiete almeno tra le proprie mura. Sono cose che capitano ed è difficile comprendere a pieno le ragioni dell’uno o dell’altro se non ci si viene incontro trovando una mediazione e un dialogo.
Il dialogo, in quella zona di Laveno, si era già deteriorato e la questione era finita a carte bollate: in particolare le carte dell’Arpa coinvolta nella vicenda per certificare l’eccessivo rumore prodotto dalla movida nei confronti del vicinato. E quando saltano le mediazioni del buonsenso ci sono solo le strumentazione tecniche come quelle dell’Arpa che hanno certificato che in base alle normative vigenti, stringenti o meno che siano, il rumore era effettivamente troppo. Da lì è partito un percorso obbligato: il Comune lo scorso maggio ha emesso un’ordinanza per intimare il rispetto della quiete pubblica chiedendo la dotazione dell’attività delle opportune precauzioni acustiche e vietandone l’utilizzo esterno oltre le 22.
Condizioni a quanto pare non conciliabili con l’attività del bar e le abitudini della sua clientela tanto che pare che l’intenzione dei proprietari sia stata quella di chiudere l’attività. Prima, però, i frequentatori le hanno tentate tutte, perfino una raccolta firme che è arrivata addirittura a 700 nomi consegnati nelle mani del neoeletto sindaco Ercole Ielmini che ha ereditato la patata bollente dopo le ultime elezioni.
«È obiettivamente una questione difficile – spiega il sindaco Ielmini -, dove purtroppo si è perso da tempo ogni possibilità di dialogo. Purtroppo le procedure in questo caso sono chiare: se l’Arpa ha rilevato un eccessivo rumore partono delle procedure automatiche. A Laveno è una questione difficile perché il lungo lago attira molti avventori, e questo potrebbe essere una ricchezza, ma spesso il rumore e la confusione provocano incomprensioni e poi escalation come quella che c’è stata in questo caso».
La vicenda ha avuto un picco nella notte tra sabato 4 e domenica 5 luglio. I tanti estimatori del bar si sono dati appuntamento per l’ultima serata al Miralago che si è svolta a metà tra un ritrovo di addio e un presidio di protesta. Fuori dal bar sono stati appesi striscioni con proteste e inni di sostegno al proprietario. C’era tantissima gente molto dispiaciuta e nostalgica, altri invece un po’ più esagitati tanto che in un frangente è stato richiesto anche l’intervento di carabinieri e vigili del fuoco a causa di un fumogeno o petardo indirizzato al balcone dei vicini.
Altri estimatori del Miralago, un po’ più “accorti”, hanno preso carta e penna per scrivere una lettera che pubblichiamo con alcune riflessioni che vanno oltre la singola vicenda del bar per porre interrogativi più ampi sul ruolo di Laveno Mombello:
Il Bar Miralago è stato in questi anni un brillante esempio d’imprenditoria giovanile. Nonostante il periodo di crisi economica il suo gestore è riuscito in quello in cui molti altri hanno fallito negli anni precedenti, portare avanti un’attività economica sana ridando vita a quello che era il vecchio Bar Bellorini, offrendo molto lavoro a giovani del posto. L’eventuale chiusura del bar lascerebbe affiorare parecchi interrogativi. Vogliamo trasformare Laveno in un comune dormitorio come purtroppo sono già molti comuni nella nostra provincia?! Le attività commerciali che fanno di Laveno un comune vivace ed economicamente florido sono tutte legate da un filo sottile. Oggi è in discussione la chiusura di un bar, e domani? Non solo i residenti, ma cittadini da tutta la provincia affluiscono a Laveno per una passeggiata sul lago, alcuni fanno shopping e mangiano un gelato, altri cenano e si fermano per un drink. Laveno attira perché è viva, e questo grazie alle istituzioni pubbliche ma anche e soprattutto dalle attività commerciali che animano la cittadina.
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Amate pure la cittadina andando a sbevazzare in un bar però del rispetto delle regole ve ne sbattete perchè più volte il rumore è ben oltre il consentito e se vogliamo dirla tutta il consentito dalla legge è già adeguato ad un utilizzo allegro e berciante degli spazi pubblici.
Ora fate pure le “piazzate” e le carnevalate di protesta (sapete scendere in piazza a protestare solo per un bar o per il calcio) ma finchè quelli fuori dal regolamento siete voi, la massa urlante, avete ben poco da protestare.
@felice, il tuo commento è l’evidente emersione del distacco generazionale, dove nel lato in cui militi c’è la vecchiaia e la ottusità che non si vogliono nemmeno avvicinare ad una discussione; con qualche decennio di meno sulla carta d’identità tutti belli freschi a inneggiare ai ruggenti anni 80 e adesso a impugnare con ipocrisia un regolamento troppo stringente-non è affatto vero che i limiti impostino sarebbero rispettabili.
Dacci l’indirizzo e sei il prossimo, volente o no, special guest(oppure host?) delle future carnevalate.
Per concludere PER ME E’ NO pure per l’italiacano in cui scrivi, bocciato.
Il mio commento è l’evidente espressione che in questo paese vince chi se ne infischia, chi non ha un minimo rispetto degli altri e delle esigenze che non siano strettamente le sue, le quali consistono in andare di sera in sera a sbevazzare di locale in locale.
Io questo paese lo costruito giorno per giorno, senza post su Facebook, senza atteggiarmi a re della movida e senza infilarci parole straniere in ogni frase perché fa figo.
Non conosco la situazione nello specifico… ma ti sembra corretto che uno magari lavora tutto il giorno e non riesce neanche a dormire la notte perchè sotto casa ha gente che fa casino?
“Un comune vivace ed economicamente florido” stiamo parlando di Laveno? dove le tasse sono tra le più alte d’Italia e ciononostante, le strade son piene di buche ed i tombini sprofondati nell’asfalto e la sicurezza stradale rimasta agli anni 80? “…Laveno attira perché è viva, e questo grazie alle istituzioni pubbliche”… ma quali istituzioni pubbliche? A laveno non c’è un posto dove ballare, niente cinema, non una piscina, nessun posto dove si fa musica ed il centro sportivo più vicino è quasi a Cittiglio. D’inverno poi è un paese morto da depressione cronica dove ai ragazzi non restano che i bar, unico rifugio dove bivaccare sbevazzando (e che altro si può fare in un bar?) fino a tarda notte.
Ed ora si apre la strada per l’apertura dell’ennesimo locale di Laveno da parte degli amici cinesi…