Alla Mascioni scioperano in centinaia: “Vogliamo salvarci”
Presidio all'esterno dell'azienda contro il piano industriale che prevede il taglio di circa metà del personale, circa 150/160 dipendenti
Erano più di 200 i dipendenti della Mascioni che oggi, lunedì 26 ottobre, dalle 13 hanno presidiato i cancelli della storica azienda di Cuvio.
L’obiettivo è di premere sulla nuova proprietà, il fondo spagnolo Phi Asset Management Partners, affinché venga ridimensionato il piano industriale che prevede forti riduzioni di personale – si parla di oltre 150 su 320 dipendenti – e di investimenti.
Attorno alle 14 erano presenti sul posto oltre agli operai anche una ventina di sindaci e amministratori locali della Valle, da Laveno a Luino, oltre al presidente di comunità Montana e al vice presidente della Provincia: tutti hanno promesso l’appoggio per la lotta dei lavoratori.
Ai cancelli c’era anche il segretario provinciale della Cgil Umberto Colombo.
Una delegazione di sindaci ha incontrato Andrea Fileccia, il responsabile di stabilimento. All’incontro era presente anche l’onorevole Angelo Senaldi.
Resta alta l’attesa per il futuro di un’azienda storica e decisiva sul piano economico per l’Alto Varesotto.
Il piano industriale prevede una serie di azioni per il rientro di 20 milioni di debito: una volta formalizzato dovrà passare nelle mani del tribunale fallimentare il prossimo 8 novembre.
La delegazione, composta anche dall’onorevole Angelo Senaldi, è uscita dalla fabbrica dopo circa 20 minuti di colloquio coi vertici aziendali.
Subito una notizia che apre un varco nei nuvoloni che si stagliano all’orizzonte: «Ci sono i margini per ottenere qualcosa», afferma Ermanno Donghi della segreteria provinciale della Filctem Cgil.
«Il direttore di stabilimento ha presentato il piano industriale anche ai sindaci della zona riconfermando la situazione ed esprimendo l’esigenza di una riorganizzazione – ha spiegato il sindacalista – .Noi proponiamo un percorso comune tentando di diminuire l’impatto sociale che questo piano può avere. Troveremo il modo per allungare i tempi e mettere in campo tutte le azioni possibili per limitare i danni».
Azioni che da un lato sono contenute in una proposta che già un anno fa la Cgil mise sul piatto per risparmiare circa un milione di euro in una razionalizzazione dei macchinari e dei tempi aziendali.
Dal lato delle tutele si pensa alla massima apertura anche attraverso la concertazione con le istituzioni locali, per una ricollocazione o per le misure che limitino i danni di una sforbiciata che risulterebbe difficilmente sostenibile per l’economia locale.
La produzione è ferma e riprenderà mercoledì prossimo col turno delle 6.00.
In azienda restano una manciata di colletti bianchi e un solo camion proveniente dalla Turchia carico di cotone grezzo ha bussato ai cancelli attorno alle 14, un altro è uscito verso le 15.
Ora si attende il tavolo di dopodomani a Varese dove le parti cercheranno un accordo per il futuro della Mascioni.
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