Caso Mantovani, Maroni: “No irregolarità. Sistema sano, nessuna tangente”

In Consiglio regionale Maroni parla a una settimana dall'arresto del suo vicepresidente. Le opposizioni unite presentano la mozione di sfiducia a lui e alla sua giunta

Consiglio regionale

“I fatti sono stati verificati e che risultano conformi alle procedure, alle leggi e ai regolamenti“. Roberto Maroni ha riferito all’Aula del Consiglio regionale a una settimana esatta dalla notizia dell’arresto del suo vice Mario Mantovani (Forza Italia) e dell’indagine a carico del suo assessore all’Economia Massimo Garavaglia.

Il presidente è intervenuto perché proprio nella seduta di martedì 20 ottobre – la prima disponibile dopo i fatti  accaduti – tutte le opposizioni (PD, Movimento 5 Stelle e Patto civico con Ambrosoli) hanno presentato una mozione di sfiducia diretta a lui e alla sua giunta. Maroni ha voluto parlare per primo e ha poi lasciato l’Aula, a favore anche dei giornalisti presenti, senza ascoltare gran parte del dibattito seguente.
«Non ci occupiamo di questioni penali – ha esordito Maroni – e voglio ricordare quanto afferma l’articolo 27 della Costituzione: nessuno è colpevole sino alla condanna definitiva. Fatte queste premesse, la vicenda che ha colpito l’ex assessore Mario Mantovani ci ha spinto a mettere subito in atto delle approfondite verifiche sulle rilevanze risultanti da questi atti, escludendo quello che non riguarda la Regione, ossia la stragrande delle imputazioni mosse a Mantovani per le sue passate attività di senatore, sottosegretario, sindaco».

Per quanto riguarda l’attività di Mantovani come assessore, il Governatore ha dichiarato che «si tratta di due incarichi professionali dati da due aziende ospedaliere e l’imputazione, che coinvolge anche Massimo Garavaglia, di turbativa d’asta per un servizio trasporto dializzati. È tutto contenuto in una relazione, che è a disposizione dell’autorità giudiziaria, dalla quale risulta chiaramente che non c’è alcuna responsabilità della Regione e che i fatti come sono stati descritti dell’ordinanza sono stati verificati e che risultano conformi alle procedure, alle leggi e ai regolamenti”.

Controlli è stata una delle parole chiave dell’intervento del presidente. «Il sistema dei controlli funziona: Regione Lombardia si è dotata di strumenti specifici contro la corruzione. Abbiamo adottato il piano triennale di prevenzione della corruzione e sulla trasparenza 2015/2017. C’è un responsabile per la prevenzione della corruzione e a settembre 2014 abbiamo adottato le linee guida dell’ANAC, guidata dal dottor Cantone, per proteggere le segnalazioni e le denunce fatte dai dipendenti. Siamo gli unici, insieme al Comune di Milano, ad averlo fatto. Abbiamo messo in atto tutte le procedure di verifica preventiva e di controllo possibili».

Maroni è stato molto duro verso chi in questi giorni ha parlato di “scandalo tangenti in sanità”. «La sanità lombarda non paga tangenti – ha detto -. Il nostro è un sistema sano e invito chi continua ad associare la nostra sanità a quel termine a una maggiore cautela, perché da ora in avanti, chiunque lo farà sarà chiamato legalmente a rispondere di questa falsità».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Ottobre 2015
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