
Funerali nella cappella Caproni per Pietro Venanzi, il pilota eroe
Sabato le esequie. L'edificio religioso, oggi dentro al complesso di Volandia, ospitava i funerali dei piloti collaudatori della storica fabbrica. Un omaggio all'uomo e alla sua passione per l'aviazione

Sarà salutato come i suoi colleghi di un secolo fa, i primi piloti dei primi aerei di tela e legno, che decollavano dalla brughiera di Malpensa. I funerali di Pietro Venanzi, il pilota collaudatore morto a bordo del convertiplano Agusta Westland precipitato nel Vercellese, si terranno sabato 7 novembre alle 11.30 nella cappella della Caproni di Vizzola Ticino, oggi parte del museo Volandia.

È un’ipotesi che stata famiglia, dei colleghi e degli amici più stretti di Pietro, morto da eroe, insieme al collega Herb Moran, mentre tentava di portare il convertiplano al di fuori delle aree abitate: il pilota ha così evitato una strage, facendo cadere il velivolo in una zona di campi aperti nei pressi del paese di Tronzano, punteggiati solo qua e là dalle cascine. Un sacrificio ricordato in questi giorni da tanti, a partire dai colleghi (qui il ricordo di Claudio Tovaglieri) e dalle maestranze Agusta di Cascina Costa e Vergiate, che hanno portato fiori e onorato con momenti di silenzio nei reparti.
Quella all’interno delle ex Caproni si chiama «cappella mortuaria», ricorda l’avvocato Claudio Tovaglieri, perchè era nata per le funzioni in commiato dei primi piloti caduti – più di un secolo fa – dopo essersi alzati in volo dalla brughiera sui primi aerei – tutti, forzatamente, più che prototipi – fatti di legno e tela, spinti da piccoli motori a benzina. «La cappella era adibita a quelle celebrazioni, anche se per fortuna non è mai stata utilizzata in tempi recenti. Ma era stata usata spesso per i collaudatori che morivano nei tempi eroici dei primi aerei Caproni. Allora la morte era una fatalità frequente, non come ai giorni nostri, dove è per fortuna è evento decisamente più raro, come ha dimostrato in modo forte anche la commozione suscitata da questo incidente».
Per i funerali si attendono centinaia di persone. «La moglie Inger, che è di origini norvegesi, vuole una cerimonia civile, con un accenno religioso: ci sarà una breve benedizione, poi la famiglia vorrebbe una cerimonia che sia di ricordo della persona, come avviene in Norvegia». La benedizione sarà impartita da Don Adriano Sandri, prete e pilota, che conosceva molto bene la famiglia.
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