Inchieste tolte ai pm, perchè?
La figura del serial killer, attribuita a Piccolomo, ha creato discordanza di visioni tra i giudici

Una delle prerogative democratiche del sistema giudiziario è che nessuno si può scegliere il giudice o il pubblico ministero.
E che per ogni procedimento esiste un giudice naturale. Ci sono delle eccezioni, che per natura non possono e non debbono diventare una regola. Per la seconda volta in due anni, la Procura generale di Milano ha esercitato il diritto di avocazione nei confronti della Procura della Repubblica di Varese. Un atto gerarchico, compreso tra le prerogative di legge attribuite alle procure generali ma che in genere si esercita con molta prudenza.
Era accaduto anche per il caso Lidia Macchi, avocato nel 2013, un omicidio senza colpevole che dal 1987 agita cattivi pensieri nella popolazione di Varese, in particolare negli ambienti cattolici che da quell’assassinio brutale furono colpiti in profondità.
E’ accaduto oggi per la morte di una donna di Caravate Marisa Maldera, 49 anni.
I due casi, tragici e spaventosi, sono uniti da un unico aspetto comune. Per entrambi, la procura generale milanese ritiene che il principale sospettato sia Giuseppe Piccolomo, 65 anni, il killer delle mani mozzate, che nel 2009 rapinò una villetta a Cocquio e uccise la pensionata Carla Molinari, tagliando le mani al cadavere.
Sul caso di Lidia Macchi, la procura generale di Milano, dopo aver preso l’inchiesta da Varese – dove il pm Agostino Abate aveva seguito altre piste, ma senza mai arrivare a una certezza – ha scagionato un sacerdote in fase di indagine e ha indicato in Giuseppe Piccolomo il presunto colpevole, ma senza arrivare ancora a una richiesta di rinvio a giudizio. Sul caso Maldera, la procura ha disposto una consulenza scientifica ma senza esito e quindi ha chiesto l’archiviazione.
Le due procure hanno chiaramente avuto visioni diverse sul punto.
I pm Agostino Abate prima, e Luca Petrucci ora, non erano mai giunti alle conclusioni investigative (seppure parziali) a cui invece è giunta, o ritiene di poter giungere, la Procura generale di Milano.
L’impressione quindi è che ci si trovi di fronte alla riscrittura di una parte di storia criminale della provincia di Varese che vede in Giuseppe Piccolomo il personaggio centrale: un presunto serial killer che avrebbe ucciso Lidia Macchi nel 1987 (in quanto maniaco), Marisa Maldera nel 2003 (in quanto stufo della moglie e desideroso di accoppiarsi con una cameriera marocchina) e Carla Molinari nel 2009 (per una rapina pensata dopo che era rimasto senza soldi). Non resta che seguire gli sviluppi futuri.
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