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“Maroni alzi la voce con la Svizzera, altro che Macroregione Alpina”
Il consigliere regionale del Pd: "Col Canton Ticino siamo in una situazione di guerriglia continua: che rapporti vogliamo avere con costoro Lega e Udc?"
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Una vera e propria campagna di intolleranza contro frontalieri e artigiani lombardi, richieste eccessive come il certificato penale a cittadini che lavorano duramente, da ultimo, la richiesta di chiusura di alcuni valichi secondari.
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Per Luca Gaffuri, consigliere regionale del Pd e componente della Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione svizzera, “con il Canton Ticino siamo in una situazione di guerriglia continua, alimentata da forze politiche che si chiamano Lega e Udc. Che rapporti vogliamo avere con costoro?”.
E l’occasione per ‘sfogare’ il dispiacere suo e di intere popolazioni che vivono a ridosso del confine, da sempre in un rapporto di scambio con la vicina Svizzera italiana, è venuta oggi, martedì 10 novembre 2015, durante la seduta del Consiglio regionale, nella discussione sulla risoluzione ‘Strategia dell’Unione europea per la Regione alpina – Eusalp’, votata, comunque, all’unanimità.
Un’opportunità di collaborazione che fa esultare persino il presidente Maroni, ma che di fatto per Gaffuri rischia di non avere senso, nel momento in cui “la prima nazione con cui confiniamo ci tratta in questo modo e rende tesi all’inverosimile antichi rapporti, che all’interno della macroregione alpina dovrebbero essere di buon vicinato”.
Per Gaffuri, dunque, “o Regione Lombardia alza la voce e dice che così non si può più andare avanti, oppure è inutile imbellettarci parlando di Regione alpina”. E proprio ricordando una dichiarazione di Maroni, il consigliere Pd ha continuato, accalorato: “Se davvero facesse scioperare un giorno tutti i frontalieri, il Canton Ticino crollerebbe. Ecco perché deve essere fatta chiarezza su tutta questa vicenda”.
Anche a proposito della Commissione speciale, Gaffuri è stato critico: “Dall’inizio della legislatura ci siamo incontrati una sola volta con le istituzioni ticinesi. Allora chiudiamola, perché così non serve a nulla. Oppure, cerchiamo di fare un’azione vera: la macroregione alpina porterà benefici se costruiamo ponti con i nostri principali vicini”.
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