Riparte il processo al “Madoff” del Varesotto
Augusto Ruzza è sotto processo per una bancarotta fraudolenta nella quale avrebbe fatto "evaporare" molti milioni di euro raccolti da piccoli e medi risparmiatori che gli avevano dato fiducia. I soldi non sono mai stati trovati
Milioni di euro sottratti a piccoli e medi risparmiatori, spesso i soldi messi da una parte in una vita di lavoro, svaniti nel nulla o perlomeno dove la giustizia per ora non è riuscita ad arrivare. E’ ripreso, dopo il cambio del collegio giudicante, questa mattina nell’aula Falcone e Borsellino del Tribunale di Busto Arsizio il processo ad Augusto Ruzza, il mediatore finanziario che si è guadagnato il soprannome di “Madoff del Varesotto” per aver fatto sparire qualcosa come 16 milioni di euro che ignari cittadini credevano di aver investito per ottenere interessi stratosferici.
«Dateli a me e vi prometto interessi stellari», questa era la frase di rito che Ruzza pronunciava alle sue vittime tra il 2003 e il 2007, ma quei soldi ad un certo punto non tornavano più indietro. Una storia che ricorda quella del ben più noto broker americano che aveva fatto volatilizzare 50 miliardi di dollari giocando in borsa, una frode che gli valse 150 anni di carcere.
Il Madoff nostrano, invece, è a processo per la bancarotta fraudolenta di due società, la NewCo e la Asset Immobiliare, attraverso le quali faceva transitare i risparmi affidatigli da imprenditori e privati che poi prendevano il volo verso conti in paradisi fiscali. Le vittime del raggiro sono state chiamate a testimoniare in udienza, 28 oggi e altrettanti nella prossima.
Nella vicenda era coinvolta anche la moglie di Ruzza, Marinella Galante, la cui posizione è stata stralciata e il reato riqualificato in riciclaggio. per lei il procuratore capo Gianluigi Fontana ha chiesto 3 anni di reclusione.
Tra le tante testimonianze sfilate in aula una riguarda un intero nucleo familiare di 4 persone: nonna, padre, madre e figlio che avevano messo nelle mani del broker qualcosa come 400 mila euro. Il figlio ha raccontato che Ruzza arrivò al punto di picchiare suo padre violentemente, causandogli lesioni guaribili in tre settimane, dopo l’ultimo confronto verbale nel quale l’uomo chiedeva indietro i suoi soldi. Dal racconto è emerso anche che Ruzza aveva denunciato alla Procura d’Imperia i suoi clienti che cercavano di riavere indietro i soldi sostenendo di essere vittima di estorsione da parte loro.
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