Cara Pedemontana, fammi sapere se c’è qualcosa da pagare
Un transito sull'A36 a fine novembre dà via all'impresa ostica del "pagamento occasionale". Tra registrazioni, "caccia" alle mail e trentanove minuti di telefonate al call center
Registrazione online per “pagamento occasionale”, trentanove minuti di telefonate, ricerca di mail fin nel ripostiglio sgradevole della cartella “spam”, ma alla fine non ce l’ho fatta: il mio primo transito su Pedemontana si concluderà con un bollettino che mi arriverà a casa. Spero solo con la sanzione “riconoscimento targa” e non con multe.
Lo ammetto, che mi son sbagliato: non ho fatto il “Conto-targa”. Spaventato dalla mole di documenti da consegnare in forma cartacea, dall’idea di eventuali file al Pedemontana-point o in posta per mandare. Non l’ho fatto perché speravo (spero) di poter evitare transiti frequenti e anche perché, un po’ ingenuamente, pensavo che il sistema del “pagamento occasionale” potesse funzionare. «Male che vada, se passo in Pedemontana farò un pagamento occasionale» mi dicevo.
E invece no, alla fine ci sono caduto anch’io, nel gorgo dei pagamenti di Pedemontana. Un giorno di fine novembre, di ritorno in provincia dalla Brianza lecchese: il richiamo del nastro d’asfalto ben poco trafficato è stato troppo forte, rispetto al timore di una coda fino al bivio A8/A9 di Lainate. Appena rientrato a casa – con la fretta preoccupata di un diciannovenne all’esame di maturità o di un pensionato la mattina degli esami del sangue in ospedale – ho subito digitato Pedemontana.it. Log-in, profilo in alto a destra nella pagina del sito.
Notifiche a 0. Niente transiti visualizzati: “la lista dei transiti effettuati negli ultimi tre giorni potrebbe essere ancora incompleta”, avverte la pagina Paga il pedaggio. «Giusto, in effetti pur con un sistema automatizzato ci saranno dei tempi tecnici», mi sono detto.
Da allora, tante telefonate: 39 minuti in totali (ho appuntato in alcuni post su Facebook, essendo un po’ disordinato). Chiamate al call center con il prefisso 02: «Fai in fretta, che è un’interurbana», mi ripeteva in testa la voce degli avi, che arrivava direttamente dagli anni Ottanta quando telefonavo a casa dalla montagna. Alla fine sapevo che avrei speso in telefono inutilmente: più conveniente aspettare il bollettino e pagare quei 3,08 euro, magari con un po’ di mora. Ma io, all’inizio, ero fiducioso: se mi impegno, riuscirò a pagarlo online anticipatamente. Poi è diventata una questione di principio (e giornalistica): riuscirò a vedere riconosciuto il mio transito?
Il primo tentativo via telefono tre giorni dopo, nel frattempo controlli sul sito (le mie notifiche, sempre a 0) e ricerche ossessive di mail apl.pedemontana nelle caselle “spam” e “promozioni” di gmail (occhio: a volte succede). Precisazione: ad altri, nella redazione di VareseNews, è andata meglio, la mail è finita solo nello spam ed è stata recuperata. Oh: magari è colpa di gmail, nel caso finirò a scrivere a Mountain View invece che a Pedemontana, via del Bosco Rinnovato (sic), Assago, Milano.
È finito tutto con tre ultime telefonate di un paio di giorni fa, ultime di una serie per cercare quel “transito-fantasma”, con l’aiuto delle pur gentili telefoniste del call center, alle prese – s’immagina – con i problemi e l’irritazione di schiere di automobilisti e motociclisti desiderosi di pagare la cara autostrada. Non ce l’ho fatta: mi hanno detto che passati i 15 giorni dal transito pare sia impossibile risalire, occorre aspettare il bollettino a casa. L’ultima operatrice, sforzandosi di essere credibile nel pronunciare le parole di fronte alla mia preoccupazione di sanzioni, mi ha detto: «Non si preoccupi, al limite le arriverà a casa il bollettino con l’aggiunta di 2,58 euro per il “riconoscimento targa”». Sfioro i 6 euro di pedaggio per una quindicina di chilometri.
Non c’è una morale, in questa storia, nessuna prova definitiva. Non è detto che chi scrive non abbia fatto un qualche errore: abbi comprensione di me e delle altre centinaia di persone alle prese con te, cara (in tutti sensi) Pedemontana.
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E’ evidente cari lombardi, questa autostrada non serve, non servirà. E’ stata fatta solo per spartirsi denaro pubblico tra amici e reciclarne di sporco.
Del resto cosa puoi pensare da un ente che fa di tutto pur di non essere pagato dai suoi stessi clienti.