“Ci siamo fidati, ora vogliamo i nostri soldi”
I dipendenti licenziati dalle Manifatture Cotoniere Settentrionali di Busto Arsizio aspettano da mesi arretrati e Tfr: "Ora basta, vogliamo subito i nostri soldi"
L’ultima promessa è che il 60% sarebbero arrivati prima di Natale e il rimanente 40 entro la fine dell’anno. Ma i 24 dipendenti licenziati a seguito della crisi delle Manifatture Cotoniere Settentrionali sotto l’albero non hanno trovato nulla di quei 400.000 euro tanto attesi. Non certo un regalo, ma la somma di stipendi non pagati, ferie non godute e anni di Tfr accumulati.
Era il 2013 quando l’azienda che ha la sua sede in via Ferrini a Busto Arsizio iniziò la crisi. Iniziarono così le procedure per ristrutturare l’azienda e il suo debito, la cassa integrazione per buona parte dei lavoratori e un piano industriale che prevedeva una forte sforbiciata dei lavoratori: da 31 a 7. «L’azienda ha presentato richiesta di concordato che è stato poi accettato dal tribunale» ricostruisce Ernesto Raffaele della Cgil, ma quando poi è venuto il tempo di pagare i lavoratori «il Giudice ci ha informati che l’azienda non sarebbe stata in grado di farlo».
A quel punto -era lo scorso novembre- sindacato e azienda hanno continuato a confrontarsi «e i lavoratori hanno accettato tutte le promesse che i consulenti dell’azienda hanno fatto». Promesse che però sono state sempre disattese. Alcuni dei dipendenti sono stati lasciati a casa a tre mesi dalla pensione, altri a sei, e nessuno fino ad ora è riuscito a trovare un altro impiego: «quei soldi ci servono -spiegano- sono nostri e l’azienda ce li deve dare». Proprio per questo tutti sono pronti ad avviare a gennaio le procedure per i decreti ingiuntivi per i pagamenti. «Ci sentiamo presi in giro -commentano- perché dopo anni passati in azienda veniamo trattati in questo modo dalla proprietà; non ce lo meritiamo».
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