“Alle Candie c’è un vero bosco”
Il comitato sorto per difendere la collina lamenta l'atteggiamento della Fondazione Maurizi, che ha disertato l'incontro in Provincia che doveva valutare la richiesta di passaggio da "terreno agricolo" a "bosco"
A Cassano si torna a parlare del destino della collina delle Candie, al centro – un paio di anni fa – di un vivace confronto: l’area sul fianco della collina che affaccia sull’abitato è di proprietà della Fondazione Maurizi, che vuole realizzarvi una casa di riposo. Ora, dopo alcuni mesi di silenzio sulla vicenda, a riaprire la discussione è il Comitato Nord per la protezione delle Candie. Il Comitato «nel gennaio 2015, ha richiesto alla Provincia di Varese la rettifica in superficie boscata di una parte dell’area di proprietà della Fondazione Maurizi (pari a 9630 mq), ora qualificata come agricola».
Qual è il nodo? La classificazione “agricola” risale al 2006-2007, effettuata mediante foto aeree del versante. Nel frattempo però il terreno non è stato toccato e – naturalmente – ha cambiato fisionomia, trasformandosi in un’area di bosco: questa è la tesi sostenuta dal Comitato, che «l’area in esame sia in realtà boschiva, essendovi in atto, da circa 10 anni, una colonizzazione spontanea da specie arboree ed arbustive, come dimostrano sia la documentazione fotografica in possesso del Comitato, che le ortofoto»
Il 28 settembre la Provincia ha ripreso in mano la richiesta convocando i diversi soggetti interessati. «La Fondazione Maurizi, però, è rimasta sorda alla richiesta di riunione della Provincia ed il Comitato, ricordando le dichiarazioni riportate dalla stampa nel giugno 2014, secondo cui la Fondazione stessa ammetteva una certa “inerzia” nelle comunicazioni, ha ritenuto di sollecitare l’incontro, inviando due e-mail, a ottobre e a dicembre 2015. Ad oggi, tuttavia, il Comitato e la Provincia non hanno ricevuto alcuna risposta» continuano gli attivisti del comitato. «È, dunque, legittimo domandarsi se la Fondazione Maurizi intenda essere trasparente, come ha sempre sbandierato. Considerando, infine, che la Fondazione Maurizi dovrebbe essere bene comune dei Cassanesi e perseguire gli interessi dei cittadini, non crediamo che un tavolo d’incontro possa spaventare alcuno».
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