“Aubameyang è cresciuto nella Pro Patria, vogliamo il premio di valorizzazione”
Il bomber del Borussia è diventato Pallone d'Oro africano. Il presidente biancoblu Nitti: «Il nostro ricorso attende la risposta Fifa»
È un gennaio intenso per la Pro Patria, con la società biancoblu impegnata in tanti campi, non solo quello da gioco. Oltre al calcio mercato e al processo legato al calcioscommesse, i dirigenti tigrotti stanno portando avanti anche il discorso legato a Pierre-Emerick Aubameyang, che da giovanissimo ha vestito la maglia della Pro Patria e proprio per questo in via Ca’ Bianca si sta cercando di riscuotere il premio valorizzazione per l’attaccante del Gabon, fresco pallone d’oro africano e attualmente capocannoniere in Bundesliga.
LA SCHEDA – Lo Spiderman del Gabon, dalla Pro al Borussia (con destinazione Arsenal?)
Il “premio” consiste in una percentuale del prezzo pagato su ogni compravendita di un calciatore, che finisce nelle casse delle società che hanno cresciuto (calcisticamente) l’atleta in questione: i grandi campioni muovono una tale massa di denaro che anche una piccola parte consente un guadagno notevole per gli standard dei club minori come può essere la Pro.
A far luce sull’avanzamento dei fatti è il presidente della Pro Patria, Emiliano Nitti: «Abbiamo fatto ricorso alla Fifa nel dicembre 2015 e ora attendiamo la risposta della federazione internazionale, che potrebbe chiederci un’integrazione della domanda così da fare ulteriori passi avanti per la giustizia sportiva. Crediamo fosse opportuno muoverci in questo senso, anche per il futuro; ricordo che potrebbe portare grandi ricavi per la nostra società».
La situazione però non è così facile, come spiega lo stesso presidente biancoblu: «Ci sono due criticità: la prima è la prescrizione, in quanto dal trasferimento del giocatore sono passati più di cinque anni; la seconda è la questione societaria, perché c’è stato un fallimento da quando il calciatore ha vestito la maglia della Pro Patria. Noi però crediamo ci sia continuità tra la società attuale a quella del passato e quindi andiamo avanti con convinzione».

Al caso sta lavorando un pool di professionisti, compresi l’avvocato Matteo Pozzi, che fu assistente del rinomato Lucio Colantuoni – purtroppo deceduto il 7 gennaio per un incidente stradale – e l’avvocato Cesare di Cintio, che sta collaborando con la Pro Patria anche per il caso “Dirty Soccer”. Ora quindi si attende la risposta della Fifa, sperando che premi lo sforzo della società.
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