Caserma dei carabinieri, il Comune scrive al ministero
A quasi dieci anni dall'inizio dei lavori ennesimo sopralluogo a Villa Carullo. Alloggi pronti, mentre nella struttura principale mancano ancora diverse opere. Proto: "Vogliamo certezze"
Sono passati quasi dieci anni da quando a Cardano al Campo sono iniziati i lavori per la nuova caserma dei carabinieri in via Ruberto. A settembre 2006 si svolse infatti la cerimonia di consegna della chiavi della Villa Carullo dal Comune all’Arma: l’area, di proprietà comunale, fu data in comodato d’uso ai militari. Giovedì 11 febbraio 2016 amministrazione comunale, carabinieri e impresa hanno effettuato l’ennesimo sopralluogo per verificare lo stato dei lavori.
Già nel 2012, l’allora sindaca Laura Prati aveva alzato la voce per chiedere che il ministero desse delle certezze sul completamento dell’opera. Quella compresa fra via Ruberto e via Roma è una superficie di circa 1.500 metri quadrati. Due gli edifici messi a disposizione dall’amministrazione comunale, con il progetto che ha stabilito di destinare alla costruzione della Caserma vera e propria il rustico in affaccio su via Ruberto, con parcheggio interrato per i mezzi di servizio, mentre l’ex Villa è stata destinata agli alloggi per la residenza del personale dipendente. I lavori, finanziati interamente dallo Stato con un intervento da 1,7 milioni di euro, si erano già bloccati una prima volta nel 2008, quando il Comune fu avvisato dell’erogazione di un contributo aggiuntivo di 400mila euro per l’ultimazione degli alloggi.
«Gli alloggi – spiega il vicesindaco Vincenzo Proto -sono di fatto completati e funzionanti. Sulla caserma invece restano diverse incertezze: sembra che l’impresa abbia in appalto solo una parte dei lavori che ha promesso di consegnare entro fine marzo. Questo però vuol dire che dopo quella data la struttura potrebbe aver bisogno di altri interventi, ad esempio sugli impianti e sulle celle».
A questo punto quindi il Comune – che per la realizzazione dei lavori non deve erogare risorse – ha deciso di ricontattare il ministero per avere «risposte chiare». «Invieremo una nota formale al provveditorato per le opere pubbliche e sensibilizzeremo i parlamentari della zona. Pretendiamo delle certezze».
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