Il nuovo comune compie due anni. «Fusione scelta giusta»

Fabio Passera parla dell’esperienza amministrativa dal referendum ad oggi. E traccia il segno per domani: “Invertire il trend di spopolamento attraverso servizi e investimenti»

maccagno con pino e veddasca

«Un’esperienza straordinaria». Fabio Passera descrive così l’esperimento amministrativo scaturito in una fusione fra tre comuni, che già da due anni a questa parte ha dato vita a Maccagno con Pino e Veddasca.

Il “supercomune”, l’avevamo chiamato, per via della grandezza che ne fa il secondo della provincia per estensione territoriale. In realtà l’esperienza raccontata da Passera ancora oggi suscita interesse anche per altri comuni del Varesotto, che guardano la scelta fatta come una possibile strada da percorrere sul sentiero della razionalizzazione amministrativa ed economica. Giovedì 4 febbraio il nuovo comune compirà 2 anni, il giorno dopo il suo sindaco spegnerà 51 candeline. Come si sente?

«Mi sento il vento in poppa, e sono molto contento di come sta andando questa esperienza. Questa è la strada tracciata dal Governo, che ha messo al centro della politica l’esigenza di risparmiare e meglio spendere quanto è della collettività. E noi questa opportunità l’abbiamo colta. Ma oltre a questa considerazione di carattere generale, e politica se vogliamo, qui si sta parlando di comunità. E l’esperienza straordinaria di cui parlavo sta proprio nel valore della comunità che si è creata: Veddasca, Pino, Maccagno sono entità che hanno mantenuto le proprie autonomie, propria storia, credo e convinzioni, ma oggi sono un’unica comunità. E questo per me è il risultato più importante».

Ma in termini di risparmio di quali cifre stiamo parlando? 
«Bisogna attendere il dato del consuntivo 2015 che a breve sarà disponibile. Ma già da subito possiamo stimare in 150 mila euro le minori spese: di segreteria, di revisione dei conti, di riscaldamento, di gestione iva. È già una bella cifra, ma l’evidenza la vedremo coi conti in mano».

Da qui a qualche anno questo risparmio, però, dovrà essere speso…
«Ci stanno a cuore i servizi ai cittadini. Già oggi assicuriamo una imposizione fiscale molto bassa. Sarà nostra premura investire su Pino e Veddasca non solo per migliorare il territorio, ma soprattutto per invertire il trend di spopolamento delle nostre valli».
In che modo?
«Aumentando servizi e infrastrutture. E soprattutto dando la possibilità di implementare le attività produttive con progetti su cui stiamo lavorando».

Passera ha ricordato qualche giorno fa nel suo profilo Facebook la storia che ha riguardato quello che oggi è di fatto un nuovo comune da 2600 abitanti.

«Risale al 23 dicembre 1927 la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della norma che aggregava (non si trattò in quel caso di una fusione volontaria, ma di una scelta imposta dall’alto) al Comune di Maccagno superiore quelli di Maccagno inferiore, Campagnano, Garabiolo e Musignano.
Contestualmente Cadero con Graglio fu unito a Armio, Lozzo e Biegno dando vita al Comune di Veddasca.
Solo Pino rimase sempre autonomo: un accadimento difficile da capire considerando la vicinanza dell’altrettanto piccolo Tronzano.
Una scelta che si spiega con la presenza come villeggiante di un influente gerarca fascista, che fece in modo che quel vento di semplificazione amministrativa voluto fortemente da Benito Mussolini non toccasse quel paese a ridosso della Svizzera».
«Quel che è certo, è che nei quasi 42 chilometri quadrati che oggi formano un’unica entità amministrativa (seconda per estensione solo a Varese, sui 139 Municipi che compongono la provincia di Varese), nemmeno un secolo fa si era costretti a transitare attraverso ben dieci Comuni diversissimi tra loro, e tutti orgogliosamente gli uni contro gli altri», conclude il sindaco.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Febbraio 2016
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