L’ex carcere di Busto, dove il tempo si è fermato
La struttura è abbandonata dagli anni '80 ed è stata straordinariamente aperta ai visitatori. All'orizzonte si intravede un piano di recupero, ma senza destinazioni certe
Sui muri ci sono ancora le foto che avevano appeso gli ultimi detenuti, quelli che fino agli anni ’80 sono stati all’interno del primo carcere di Busto Arsizio. Ma dagli anni ’80 nello stabile di piazza Vittorio Emanuele il tempo si è fermato (foto di Marco Mocchetti).
La polvere ricopre tutte le superfici, le brande non ci sono più e all’interno delle possenti mura non cammina nessuno da anni. Almeno fino a sabato scorso, quando l’edificio è stato aperto per una visita turistica straordinaria.
La struttura ora potrebbe essere presto ristrutturata. Le vecchie carceri sono infatti all’interno del progetto che l’amministrazione sta concordando con Soceba, la società che sta costruendo il vasto complesso immobiliare dall’altro lato della piazza. Al posto dell’autosilo, infatti, l’azienda è pronta a realizzare altri interventi sull’area che comprendono anche il conventino e, appunto, le ex Carceri.
Cosa realizzare al suo interno, comunque, al momento nessuno lo sa. C’è chi ipotizza un allargamento della biblioteca, chi una nuova ala delle civiche raccolte d’arte e l’assessore Paola Reguzzoni avrebbe abbozzato l’idea di studi di registrazione grazie anche alle spesse mura dell’edificio. E mentre le idee circolano (sperando in un concorso di idee che non finisca come quello del Calzaturificio Borri, ndr) chi volesse approfondire la storia dell’edificio può farlo con questa scheda realizzata dalla famiglia sinaghina.
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