Caselli e il teatro antimafia dei ragazzi di Gavirate
Giornata coinvolgente alla scuola media con il magistrato simbolo della lotta alle cosche e un'ottima performance degli alunni
Una due giorni sulla legalità tra il comune e le scuole medie: l’ex procuratore capo di Palermo Giancarlo Caselli e Margherita Asta di Libera , figlia e sorella di vittime della mafia, hanno incontrato questa mattina, venerdì, i ragazzi dell’istituto comprensivo di Gavirate. Due ore dense di interesse. Caselli è stato il giudice che ha rappresentato, per molti anni, un simbolo della lotta alla mafia, della volontà dello stato di processare anche i politici che si erano sporcati con i mafiosi. Margherita Asta da molti anni è impegnata con Libera, l’associazione antimafia, ma nel 1985 le cosche le uccisero per sbaglio la madre e i due fratelli gemelli di 6 anni, con un’autobomba piazzata sulla strada in contrada Pizzolungo (Trapani) per colpire il giudice Carlo Palermo. La deflagrazione investì per errore proprio la vettura della sua famiglia.
Lucido e senza retorica l’intervento di Giancarlo Caselli, che ha raccontato come la lotta alla mafia abbia fatto passi da gigante dal 1982 a oggi, quando fu assassinato il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, allora prefetto di Palermo. E soprattutto grazie alle intuizioni dei giudici Falcone e Borsellino, paladini del contrasto alle mafie, uccisi nel 1992.

Dopo il loro sacrificio, nacquero tutti i provvedimenti legislativi che hanno consentito il contrasto alla cosche. Basti solo ricordare che dopo il 1982 e la morte di Carlo Alberto Dalla Chiesa nasce nell’ordinamento italiano il reato di associazione mafiosa mentre è dopo il 1992, l’anno delle stragi di Capaci e via D’Amelio, che nascono i provvedimenti per aggredire i patrimoni mafiosi e che viene introdotto il carcere duro per i boss.
Il professor Paolo Anziani ha invece parlato del patto d’onore che ha stretto con suoi alunni, nelle ore di storia e filosofia, al liceo Parini di Milano: un lavoro che si basa sulla fiducia reciproca tra insegnante e alunni, in cui il professore si impegna a non effettuare compiti in classe o interrogazioni a sorpresa, mentre i ragazzi si impegnano a non copiare mai dai compagni.

Ma c’è anche il lavoro didattico dei ragazzi di Gavirate che va ricordato. Grazie a un progetto della professoressa Angela Lischetti, il lavoro antimafia dei ragazzi è stato particolarmente proficuo. Il gruppo di teatro guidato da Silvia Sartorio ha rappresentato lo spettacolo “Assoli contro la mafia” con la storia della testimone di giustizia Rita Atria, una donna capace di spezzare la catena di omertà. Lo spettacolo, bellissimo, è stato commovente e coinvolgente. I ragazzi sono talmente entrati nella parte, da riuscire a interpretare i personaggi con un convincente accento siciliano. Una bella occasione di crescita e maturazione artistica, didattica e sociale da parte di tanti giovani. In chiusura c’è stato un coro rap sulla legalità, cabtato dalla scuola media di Casciago.
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