Cosa sta succedendo nel Calzaturificio Borri?

La demolizione, il progetto del supermercato, le elezioni che incombono. Ecco tutto quello che c'è da sapere sul futuro del Calzaturificio Borri

Il Calzaturifico Borri demolito

Da fuori l’unico elemento visibilmente cambiato è uno: l’enorme gru che torreggia sopra la città. Ma dentro le mura di cinta nel Calzaturificio Borri i lavori continuano senza sosta.

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La parte privata -l’area cioè che fino a qualche anno fa ospitava un concessionario d’auto- è letteralmente ridotta ad un cumulo di macerie. Le ruspe hanno demolito buona parte di tutta quell’ala dell’edificio che nel futuro dovrà ospitare una Coop da 2.500 metri quadri, con relativi parcheggi. Ma la strada del progetto non è affatto spianata.

Da definire ci sono infatti i dettagli della convenzione tra il comune e i costruttori e i tempi per farlo sono strettissimi. Le elezioni con l’inevitabile cambio di giunta oltre a rallentare il progetto potrebbero anche stravolgerlo. I dubbi legati alla possibilità di costruire un grande centro commerciale in un’area così centrale sono sempre di più e sempre più bipartisan. Dubbi che aumentano ulteriormente se si considerano gli interventi viabilistici previsti lungo il viale della Gloria, con l’interruzione dei controviali e soprattuto una rotonda all’altezza dell’incrocio con via Mameli e via Galilei.

Interventi che saranno accompagnati anche dal primo lotto di lavori sulla parte di proprietà pubblica della ex fabbrica. E sono anche questi ad ostacolare il percorso della convenzione dal momento che l’amministrazione ha pensato di finanziarli proprio attraverso lo scomputo degli oneri di urbanizzazione. In questo caso comunque la proposta elaborata dagli architetti dovrebbe aver ricevuto nei giorni scorsi il via libera da parte della sovrintendenza dei beni architettonici dal momento che riguarderà la facciata dello stabile, quella che si affaccia proprio sul viale, e che sarà una delle poche cose del calzaturificio che rimarranno in piedi.

Una corsa contro il tempo che potrebbe rappresentare l’ultimo atto del decennio Farioli ma che sta creando più di un malumore. Non sono solo le opposizioni a criticare la scelta di chiudere in fretta e furia un dossier così importante alla vigilia del cambio di giunta, ma anche le forze del centrodestra. Busto Grande, ad esempio, ha diffuso un comunicato per chiedere che la scelta venga posticipata quando ci sarà un nuovo sindaco dal momento che una questione così importante dovrebbe essere la più partecipata possibile (potete leggerlo qui). Ma al momento sembra che la giunta non intenda togliere il piede dall’acceleratore, puntando a chiudere la faccenda entro la fine di maggio. E del mandato.

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Maggio 2016
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