Il Farina: “Ecco perché non parteciperemo al bando”

In una nota su Facebook il collettivo "Il Farina" spiega le ragioni della non partecipazione al bando emesso qualche settimana fa dal comune di Cassano Valcuvia, per la gara di aggiudicazione del centro di via San Giuseppe, di proprietà comunale

Avarie

In una nota su Facebook il collettivo “Il Farina” spiega le ragioni della non partecipazione al bando emesso qualche settimana fa dal comune di Cassano Valcuvia, per la gara di aggiudicazione del centro di via San Giuseppe, di proprietà comunale. Si chiude, con questa nota, un’esperienza che ha legato il centro “Il Farina” con questo luogo da diversi anni a questa parte.

Finalmente è uscito il bando pubblico per assegnare gli spazi di Via San Giuseppe 180 a Cassano Valcuvia…e Il Farina non parteciperà.
Prima di spiegarne i motivi riassumiamo le puntate precedenti

Ottobre 2012: l’amministrazione comunale previo bando pubblico affida gli stabili di via San Giuseppe all’Associazione Culturale Il Farina.
L’associazione, composta esclusivamente da volontari, gestisce per tre anni gli spazi come Circolo Arci. Tutti i fine settimana coinvolge tantissimi cittadini e cittadine di ogni provenienza, di ogni età e di ogni estrazione sociale, con concerti, cene a tema, laboratori, corsi, presentazioni di libri, incontri, giornate di baratto, mercati biologici ed artigianali, affermandosi come importante punto di riferimento culturale e sociale del territorio.

Settembre 2015: scade il contratto. A fronte di una richiesta di abbassamento dell’affitto l’amministrazione comunale di Cassano (in due incontri informali) inizialmente si dice disponibile a concordare possibili soluzioni alle difficoltà economiche dell’associazione. Alla luce di questo Il Farina organizza una grande assemblea per raccogliere fondi e trovare nuove alleanze per gestire gli spazi: partecipano più di 100 persone, volontari, rappresentanti di gruppi e associazioni del territorio che portano idee, soldi e voglia di continuare.

Si propone quindi disponibile a proseguire allo stesso affitto scalando i costi dei lavori di ristrutturazione a proprio carico.
Ottobre 2015: la giunta decide di ristrutturare lo stabile per renderlo agibile (… per 3 anni era stato lasciato inagibile?) viene chiuso il contratto con una comunicazione formale senza alcun incontro con i responsabili dell’associazione precisando che sarà aperto un nuovo bando entro il mese di marzo 2016. Non vengono chieste le chiavi e non vengono fatti i passaggi di utenze da parte dell’amministrazione.

Febbraio/aprile 2016: l’associazione Il Farina trovatasi senza riferimenti istituzionali, attraverso i giornali e i social network comunica il proprio dissenso e perplessità rispetto alle decisioni del comune al quale risponde personalmente Il sindaco Magrini dichiarando che il bando avrebbe avuto una percentuale tecnica del 75% e una economica del 25% e quindi adatto alle attività delle associazioni culturali e sociali.
Nel frattempo sono stati fatti alcuni lavori anche se non è stato precisata l’entità degli stessi e la loro utilità rispetto alla messa a norma, all’adeguamento energetico e alle eventuali migliorie funzionali dello stabile.

1° maggio 2016: esce il bando ma il Farina non partecipa.
Perché? Perché si tratta di un bando commerciale, senza criteri culturali e solidali, tendenzialmente escludente e per niente partecipativo.
A noi sembra che il bando sia costruito per favorire un’attività pubblica di ristorazione. Non dà vantaggi ai giovani, alla produzione biologica, alla share economy, ai gruppi di acquisto, né all’economia solidale, non ha previsto alcuna progettazione partecipata e condivisa con la cittadinanza né una premialità a chi costruisce reti e collabora con più associazioni.
A questo link è possibile scaricare è il bando che è stato pubblicato:
http://www.comune.cassanovalcuvia.va.it/po/mostra_news.php

Il punto sociale limita fortemente la partecipazione perché si riferisce ad attività di inserimento lavorativo che solo una cooperativa di tipo B può proporre.
Come promesso, 25 punti sono economici, ma di culturale oltre al criterio sulla tradizione (10 punti) e quello legato alle finalità del bando (10 punti) nient’altro. Di sociale solo il criterio sull’inserimento lavorativo (10 punti).
Il resto dei criteri favoriscono chi ha strutture in grado di assumere un maggior numero di persone, con cuochi e manodopera con esperienza, chi si offre di completare i lavori di ristrutturazione, chi apre lo spazio più di 3 giorni a settimana.
quindi…
economia 35 punti
lavori e ristorazione 35 punti
sociale 10 punti
cultura 25 punti
Lasciando ad ognuno onore e onere di leggersi il bando e giungere alle proprie conclusioni, chiudiamo dicendo che un’amministrazione è ovviamente libera di fare le scelte che ritiene più opportune per il proprio paese, ma dovrebbe essere sempre ed in ogni caso in grado di relazionarsi in modo diretto e trasparente con la cittadinanza con la quale si rapporta. Tutto qui.

A noi pare che la giunta di Cassano Valcuvia si sia dimostrata miope. Ma sappiamo bene che le amministrazioni passano, il Farina no!

Il Collettivo Il Farina

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Pubblicato il 31 Maggio 2016
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