Che cosa sta succedendo al Molina?

Il Corvo, le poltrone politiche e altro. Un riassunto per capire come mai è scoppiato un caso sulla gestione dei fondi della casa di riposo.

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Un polverone mediatico e politico si sta scatenando sulla casa di riposo Molina. Un ente che tutti i varesini amano da oltre un secolo, e che è gestito da una Fondazione che ha un patrimonio enorme e utili per diversi milioni di euro. Il presidente e il cda della Fondazione hanno un interesse pubblico perché vengono nominati dal sindaco di Varese.

Il patrimonio, dal 1875, è stato costituito negli anni dalle donazioni delle famiglie varesine. Si tratta di un bene preziosissimo di tutti i cittadini, che ha come scopo l’assistenza ai malati e agli anziani. La polemica di queste ore riguarda proprio questo punto: come vengono utilizzati i soldi?

LA PRESIDENZA ALL’UDC, LE ELEZIONI

Prima puntata. Le nomine, i posti. Partiamo da chi deve decidere queste cose. Nel 2015 viene nominato presidente Christian Campiotti, esponente dell’Udc, partito organico alla maggioranza di centrodestra. Si tratta di cariche senza retribuzione ma comunque di prestigio. Campiotti nel frattempo passa (come quasi tutto l’Udc di Varese) alla Lega Civica, un partito di centrodestra che però si stacca da Forza Italia e Lega e candida alle elezioni Stefano Malerba. Il 19 giugno vince il centrosinistra di Davide Galimberti. Al ballottaggio, Malerba e la Lega Civica, danno indicazione di voto per il centrosinistra.  Un accordo con il centrodestra è però sfumato, e lo rivela il candidato sindaco sconfitto, Paolo Orrigoni, spiegando che tra le poltrone oggetto di contrattazione c’era anche la presidenza del Molina.

DOPO LE ELEZIONI, IL GIALLO DEL PRESTITO
Dopo le elezioni esplode tuttavia un caso ancora più insidioso. C’è di mezzo, se fosse tutto vero, la gestione dei fondi della casa di riposo. L’emittente Tele7laghi manda in onda un’intervista in cui Raffaele Cattaneo dell’Ncd afferma che ci sarebbero molte cose da chiarire intorno alla gestione del Molina nell’era Campiotti. E in particolare chiede conto di alcune voci su un possibile prestito che la casa di riposo avrebbe concesso a favore di società riconducibili in qualche modo all’emittente locale Rete 55il cui editore Lorenzo Airoldi è anche il responsabile della comunicazione della Lega Civica. Anche il quotidiano La Prealpina pubblica un articolo in cui Raffaele Cattaneo, presidente del consiglio regionale, chiede conto di questo presunto prestito. Vero o falso? Varesenews pubblica una nota di Pierfausto Vedani che commenta la possibile collaborazione tra Centrosinistra e Lega Civica, in cui però afferma che quel partito nella gestione della casa di riposo non ha finora brillato.

SI PASSA ALLE DENUNCE
Seconda puntata. Il presidente della Fondazione Molina Christian Campiotti, interpellato da La Prealpina, afferma che è tutto regolare e che la gestione è stata corretta. Si rifiuta tuttavia di fare altri commenti. Passano alcune ore e lo stesso Campiotti alza il tiro: afferma di ritenersi diffamato dagli articoli sul presunto prestito e annuncia querele. Il gioco si fa duro. Entrano in campo altri soggetti. Il segretario cittadino di Forza Italia, Roberto Leonardi, intervistato da Tele7laghi, racconta di aver chiesto al proprio rappresentante nel cda del Molina, Leandro Ungaro, se fossero vere le voci su un possibile interessamento della casa di riposo a finanziare società private. Ungaro risponde con un’intervista al quotidiano La Prealpina in cui in sostanza dice che è tutto ok. Ma insiste nel non voler aggiungere altro perché la Fondazione Molina “è privata”. Dunque sarebbe tenuto alla riservatezza.

Varesenews pubblica una seconda nota di Pierfausto Vedani in cui il giornalista da sempre molto legato al bene della sanità varesina, rivolgendosi a chi amministra il Molina, afferma che anche se la legge ha costretto la casa di riposo a trasformarsi in un ente privato, sarebbe corretto che chi amministra i soldi dei varesini spieghi chiaramente come siano andate la cose.

ARRIVA UN CORVO E UNA LETTERA ANONIMA
La terza puntata è un classico di ogni giallo politico. Spunta un corvo e girano dossier.  Il quotidiano La Prealpina in un articolo cita una lettera anonima giunta a diversi ex candidati alle comunali. Il “Corvo” rilancia le voci sulla gestione del Molina. Abbiamo potuto leggere questa lettera.

Vengono citati nomi di diversi esponenti dei partiti: Lega, Forza Italia, Udc, Lega civica, Pd. Chi scrive sa (o millanta) molte cose. Si parla di vecchi e nuovi politici, persino di relazioni amorose, acquisti di auto o di dove vanno a prendere il caffè.

Si specifica chi porta voti a chi e anche altro. Vero o falso? Calunnie? Di certo nulla che si possa pubblicare, dato che non c’è una firma e non esiste alcuna verifica dei fatti citati. Siamo già arrivati al dossieraggio. Chi lo sta alimentando e perchè?

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Giugno 2016
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