Da Milano a Varese per studiare le autostrade verdi
Sopralluogo degli studenti del Politcenico nei “varchi” aperti da un progetto Lipu per consentire il passaggio agli animali selvatici. “Queste sono le opere del futuro”
Piccole opere, con manutenzione a costi bassissimi e un potenziale incredibilmente alto perché mantengono un tesoro visibile solo quando viene a mancare: la biodiversità.
Fiori, animali, acqua, risorse alimentari che abbiamo il dovere di preservare per le generazioni future. Per questo i tecnici del domani, finita l’università, devono essere consapevoli di quanto valga questa partita.
Paolo Pileri, professore del Politecnico di Milano non ha dubbi: le autostrade green sono già oggi il futuro, ed è per questo che stamani ha caricato la sua bici e quelle dei suoi ragazzi in treno per portarli sulla ciclabile del lago di Varese e visitare le opere di deframmentazione del territorio che la Lipu, con un finanziamento Cariplo, ha realizzato nel corso del progetto Life-Tib.
Varesenews ha molto parlato negli anni passati di questa realtà che ha permesso numerosi interventi sul territorio, spesso neppure percepiti dagli stessi residenti: dove c’era un punto difficile da attraversare per volpi e tassi ecco i ”gradini” che permettono gli spostamenti attraverso la sponda del fiume; gli uccelli non si bruciano più sui fili d’alta tensione grazie ai dissuasori; gli anfibi non finiscono schiacciati dalle auto, e così via.
«Piccole opere? Direi piuttosto “opere grandi” – spiega il professor Pileri, che ha progettato la ciclovia “VENTO” che permette già oggi di percorrere il 15% dei 670 chilometri che accompagnano il Po dalle Alpi all’Adriatico – . Ci teniamo molto a spiegare agli studenti che le grandi opere dei prossimi decenni saranno queste, con gli obiettivi di rendere “green” i territori e far vivere la biodiversità. Dopodomani, il mestiere degli ingegneri sarà di occuparsi di queste problematiche: di strade, capannoni, autostrade ne abbiamo già troppe. Dobbiamo fermarci. E fare molta formazione per assicurarci un futuro migliore».
Alla giornata hanno partecipato anche tecnici della Provincia, come Sara Barbieri, e della Lipu: Massimo Soldarini e Michele Dell’Acqua, che hanno accompagnato gli universitari nel tour lungo la ciclabile, ma non solo. Oltre al ponte sul Bardello, fiume che collega il lago di Varese con Maggiore e molto utilizzato come corridoio ecologico per piccoli mammiferi, sono stati visitati i sottopassi per anfibi e altri animali di Malgesso e i muri a secco realizzati a Capolago e ancora le aree umide nei boschi a poca distanza dal lago di Varese, rifugio rispettivamente per rettili e piccoli anfibi.
Un viaggio emozionante attorno alle preziosità invisibili delle nostre aree verdi.
Diversi sono stati gli spunti di discussione attorno a questi temi, per esempio i costi delle manutenzioni, che sono irrisori rispetto ai vantaggi che producono, e soprattutto la necessità di coinvolgere le amministrazioni toccate da questi progetti, e le nuove generazioni. A questo proposito, una piacevole coincidenza è stata l’arrivo all’uscita del Bardello dal lago di Varese, fra canneti e boschi, di una cinquantina di bimbi di un asilo della zona. Anche loro sul lago per imparare.
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