Johnny Dotti: “Siate responsabili, quindi trasgredite”

Il pedagogista ha presentato a Villa Cagnola "Buono è giusto. Il welfare che costruiremo insieme"

welfare

Ci sono luoghi che riescono a riportare a unità più significati e quindi più parole. Per esempio, quando si parla di bellezza, spiritualità e utilità, Villa Cagnolriesce a racchiuderli tutti e tre. Lì infatti potete trovare una ricca e originale collezione d’arte, un parco splendido aperto a tutti con vista sul lago e sul Monte Rosa, un luogo di confronto spirituale e di accoglienza, con ristorante e albergo.

A uno come Johnny Dotti, pedagogista e sociologo, che nel suo nuovo libro “Buono è  giusto. Il welfare che costruiremo insieme  (Luca Sossella Editore) ha individuato nella separazione tra bellezza e utilità e nell’esaltazione della volontà di potenza, rispetto alla immanente condizione di fragilità dell’essere umano, i due pilastri di una società malata, Villa Cagnola deve essere sembrata un prezioso luogo di cura del corpo e dello spirito.

Appena don Eros Monti, protagonista della rinascita della storica residenza, lo ha introdotto nelle stanze dove è custodita la preziosa collezione d’arte, Dotti ha esclamato: «Bene, per me la serata potrebbe finire qui. Ho ricevuto abbastanza». In realtà questo pedagogista, con una vita trascorsa a cooperare da infaticabile mediano, ha portato i presenti, intervenuti alla presentazione del suo libro, nei luoghi dell’anima più difficili da raggiungere, dove si annidano le contraddizioni peggiori. Senza fronzoli, senza omissioni e con qualche parolaccia propedeutica scagliata al momento giusto, Dotti ha alzato l’asticella dell’esistenza ricordando a tutti che «l’eternità è ora… la vita non è certa e per questo è bella… che la qualità delle relazioni dipende da quanto siamo disposti a rischiare». E ancora, «ciò che conta è la persona, non l’individuo… il riconoscimento della propria e dell’altrui fragilità, non il potere di aiutare … responsabilizzare i desideri, non solo liberarli».

Dotti ha lasciato una traccia difficile da ignorare perché non è solo teoria. O meglio, è vera conoscenza perché sperimentata sul campo e sulla carne. E proprio come spesso hanno fatto in passato alcuni leader, religiosi e laici, ha invitato a trasgredire le regole nel caso siano ingiuste e contrarie al buon senso. E quando qualcuno del pubblico si è alzato per chiedergli se fosse un comunista, ha così risposto: «Mi hanno dato anche del fascista e del leghista. In verità sono solo un povero cristiano».

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Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Giugno 2016
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