Le acque dell’Arno tornano pulite

25 anni fa il "fiume" cittadino cambiava colore ogni giorno. Oggi ci abitano rane, gallinelle e pesci: anche il laboratorio dell'ISIS Ponti testimonia la qualità delle acque

Arno acqua Gallarate

Ancora vent’anni fa o poco più, l’acqua del torrente Arno cambiava colore di giorno in giorno. Non era per effetto delle piene o dei riflessi del sole nei giorni di bel tempo, ma per effetto del colore scaricato dopo i lavaggi degli impianti delle tintorie. A raccontarla ai ragazzini di oggi, sembra un’esagerazione, un luogo comune sui fiumi inquinati: e invece era la normalità a Gallarate. Incredibile, se oggi si guardano le acque del torrente tornate pulite e popolate non più solo dai topi ma anche da rane, pesci di varie dimensioni, gallinelle d’acqua, papere.

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Le analisi al Ponti sulle acque dell’Arno 4 di 7

«Non abbiamo trovato nelle acque valori di inquinanti preoccupanti», spiega il professor Mauro Sabella, dell’ISIS Ponti di Gallarate. In occasione del “Premio città di Gallarate” dedicato nel 2016 al torrente Arno e al suo rapporto con la città, il Premio – in collaborazione con Comune e Legambiente – ha affidato agli studenti del Ponti un’analisi delle acque, svolta su campioni raccolti dalla Protezione Civile l’8 maggio scorso, in un tratto nella zona centrale di Gallarate (via Rusnati). L’esito? A confermare il proliferare di anfibi e animali nelle acque, emerge che i dati sono confortanti, su molti dei parametri analizzati.

Le analisi svolte al Ponti non sono ovviamente analisi certificate come quelle dei laboratori accreditati o delle istituzioni pubbliche come Arpa. Ma sono comunque analisi di massima affidabili: «Sulle acque abbiamo fatto un lavoro approfondito» continua il professor Sabella, che insieme ai colleghi Maurizio Stumpo e Lucia Mairani ha seguito l’analisi dei campioni. «Tre anni fa siamo partiti con un progetto di analisi sull’acqua potabile, in tre anni abbiamo analizzato una sessantina di campioni e abbiamo fornito i risultati a chi ci ha chiesto le analisi, di solito privati cittadini.  Siamo un laboratorio didattico, ma abbiamo anche strumenti validi, compresi alcuni ceduti dall’ASL dopo aver rinnovato le proprie dotazioni». È stato un banco di prova per i ragazzi, in aggiunta al normale percorso: «Il servizio di analisi veniva effettuato al pomeriggio, al di fuori delle ore curriculari» spiega la professoressa Mairani.

Tornando all’analisi delle acque, i risultati sono stati incoraggianti: 7,2 di pH, durezza 15,7 gradi francesi, calcio 10,6 gradi francesi, magnesio 5,1. Lo spettro Uv ha individuato nitrati a 4,47 mg/l (ben al di sotto del limite di 50), solfati: 8,5 mg/l, cloruro 32,6 mg/l. Trascurabili infine le tracce di arsenico («mai trovato nelle acque di Gallarate) e piombo. Non sono state trovate tracce di benzene, toluene e xilene.

Arno acqua Gallarate
I ragazzi e le ragazze delle classi Quinte dell’Isis Ponti all’interno del laboratorio analisi

«Volevamo ringraziarvi, perché vi abbiamo coinvolto un po’ in corsa ma avete risposto in pieno, nonostante il periodo ormai alla fine della scuola» ha detto l’assessora all’ecologia Cinzia Colombo, intervenuta per un saluto, che ha spiegato come l’iniziativa delle analisi sia stata inserita tra quelle che hanno cercato di valorizzare l’elemento naturalistico del torrente, al di là di quello storico e paesaggistico che è al centro di altre iniziative (dalle installazioni artistiche alla mostra alla Studi Patri). Soddisfatta anche Raffaella Filippini, del locale Circolo di Legambiente: «Vista l’esperienza positiva, potremmo immaginare una collaborazione futura per altre analisi».

L’evento dedicato all’Arno è stata anche un’occasione per presentare i laboratori del Ponti, che sono dotati di strumentazioni che consentono a ragazzi e ragazze che frequentano la scuola di sperimentare e svolgere analisi di base. tra gli strumenti utilizzati per queste analisi, in particolare lo spettrofotometro in assorbimento atomico (che consente di individuare concentrazioni di metalli con una precisione a livello di parte per milione) e il gascromatografo per individuare sostanze come benzene, toluene e xilene.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 03 Giugno 2016
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