Le calandre più grandi al mondo sono made in Rodolfo Comerio
L'azienda di Solbiate Olona ha realizzato impianti da record per i cinesi. «Innovazione continua e flessibilità le nostre armi migliori. Puntiamo a far crescere i ricavi a quota 40 milioni di euro»
Pensate a una macchina per fare la pasta in casa, quella classica della nonna, in acciaio inox brillante, con la manovella laterale per far girare i rulli dove l’impasto grezzo viene lavorato fino ad ottenere una sfoglia finissima. Ora immaginate che quei cinque rulli, anziché essere di 20 centimetri, siano lunghi cinque metri, con un diametro di 87 centimetri, per un peso di 30 tonnellate, e al posto della pasta sfoglia ci siano dei fogli di plastica grandi quattro metri e mezzo. (nella foto generazioni dell’azienda a confronto, da destra: Nicola Fedele, Carlo Comerio e Francesco Fiamminghi)
Stiamo descrivendo il più grande impianto di calandratura al mondo per la produzione di pvc rigido per la stampa progettato e realizzato dalla Rodolfo Comerio di Solbiate Olona. La commessa, arrivata dalla Cina, comprende ben due impianti: uno a cinque cilindri e uno a quattro per la calandratura del pvc plastificato che viene utilizzato nel settore dell’edilizia e dell’arredamento. Dalla progettazione all’assemblaggio dei due impianti ci sono voluti ben undici mesi e un adattamento della linea produttiva dello stabilimento di Solbiate con un nuovo carroponte che permettesse di lavorare con dimensioni così inusuali.
«La nostra produzione per il 97% è destinata alle esportazioni – spiega Nicola Fedele direttore commerciale dell’azienda – soprattutto in Cina e Usa. Il mercato interno è invece fermo anche se negli ultimi due anni qualche timida richiesta di revamping di linee usate c’è stata».
Negli stabilimenti di Solbiate Olona tutti sono consapevoli del fatto che il momento più delicato, per un mercato che rimane di nicchia, deve ancora venire. «Nel Paese permane la paura di investire – continua Fedele – mentre bisognava farlo già qualche anno fa perché quando ripartirà la domanda il rischio di farsi trovare impreparati è molto grande. All’inizio della crisi, cioè nel 2008, noi abbiamo investito sulle linee produttive e stiamo continuando a farlo. E se oggi abbiamo queste commesse vuol dire che quegli investimenti sono stati determinanti per battere i competitor di sempre, ovvero i giapponesi, i taiwanesi e i tedeschi, e per rimanere competitivi sui mercati orientali dove i produttori di calandre, soprattutto in Cina, crescono come funghi».
La Rodolfo Comerio, che ha oltre un secolo di vita – è stata fondata nel 1878 -, dà lavoro a 85 persone. È un’espressione tipica del capitalismo famigliare italiano. Porta il nome del suo fondatore che, dopo un avvio con il fratello Ercole, decise di proseguire da solo l’avventura imprenditoriale. Attualmente ai vertici dell’azienda ci sono Carlo Comerio, amministratore delegato, e il fratello Enrico che ricopre la carica di presidente.
«Per vincere la concorrenza – dice Carlo Comerio – abbiamo agito su due leve: l’innovazione continua e la flessibilità, lavorando sia per la plastica che per la gomma. Insomma, abbiamo accettato la sfida posta dal cliente E grazie anche al nostro brevetto per la goffratura a registro abbiamo ottenuto molti ordini soprattutto dagli Stati Uniti. Si tratta di una lavorazione in cui l’incisione sul pvc segue perfettamente la stampa, molto utilizzata nel settore dell’arredamento, soprattutto per le pavimentazioni».
Nel 2014 la Rodolfo Comerio ha fatto registrare una variazione del 26,7% dei ricavi attestandosi a 26 milioni di euro con l’obbiettivo di crescere fino a 40 milioni, con investimenti per 7 milioni di euro in nuovi impianti produttivi. «Non credo che la dimensione d’impresa sia un problema, anzi – conclude Fedele -. Noi ci consideriamo artigiani ingranditi che è l’immagine del made in Italy all’estero».
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