Lago Maggiore, è magra, traghetti più leggeri
La pioggia anche forte della notte scorsa non ha fatto sconti alla caduta verticale dei volumi idrici: siamo a 7 centimetri e mezzo sullo zero idrometrico
Le uscite superano le entrate sul Verbano ma il deficit per una volta non riguarda gli euro bensì l’acqua: entrano nel lago 171 metri cubi al secondo, in Svizzera, e ne escono 217 a Sesto Calende.
Questa la situazione alle 16 di oggi, 19 agosto, che probabilmente non migliorerà nelle prossime ore nonostante le precipitazioni in programma per domani.
Il perché riguarda la tipologia delle piogge che risultano spesso anche forti in alcune zone, ma molto più tenui in altre.
Qualcuno chiama questo fenomeno “bombe d’acqua” ma in alcuni casi non è un’esagerazione: scrosci intensi che danno l’impressione di forte caduta in un luogo ma che se confrontate coi livelli complessivi delle precipitazioni non bastano a far salire il livello idrico dei un bacino come quello del Maggiore.
Alle 15 di oggi è stato toccato il primo livello di magra; gli strumenti in dotazione alla protezione civile di Laveno Mombello – che da anni esegue un minuzioso e capillare lavoro di documentazione – parlano di un livello di soli 7,5 centimetri sopra lo zero idrometrico, fenomeno che ha fatto scattare le prime misure per i traghetti di linea.
La Navigazione Lago Maggiore ha diramato un annuncio che dispone l’aggiustamento del peso a pieno carico delle imbarcazioni che dovrà scendere dai 440 quintali ai 380. Da oggi e fino a nuovo ordine.
Misure restrittive potrebbero venir prese nelle prossime ore anche per gli aliscafi diretti all’Isola Madre.
Misure tampone per arginare l’emorragia d’acqua si stanno prendendo anche a valle.
“In conseguenza del calo dei livelli del lago Maggiore è stato disposto dal Consorzio del Ticino la riduzione delle portate derivate dal fiume”, recita una nota diramata nel pomeriggio. Le minori disponibilità idriche, per il Consorzio Est Ticino Villoresi riguardano sia il Canale Villoresi che il Naviglio Grande, Bereguardo e Pavese.
«Possiamo dire con soddisfazione che la stagione irrigua è ormai salva – osserva il Presidente del Consorzio Alessandro Folli – ma anche quest’anno ha dimostrato che i cambiamenti climatici sono ormai continui e imprevedibili e ci prospettano degli scenari allarmanti. E’ quindi doveroso e assolutamente improcrastinabile ripensare in modo serio e condiviso un nuovo modello di gestione delle acque, abbandonando personalismi e interessi locali per venire incontro alle diverse esigenze di un sistema sempre più articolato e complesso».
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