Da Regeni all’Italia, la tortura nel mondo alla Galleria Boragno
Mostra fotografica e una serata dedicata al tema organizzata da Amnesty International il 16 settembre
Venerdì 16 settembre 2016, presso la sala Boragno di via Milano a Busto Arsizio dalle ore 21.00 si parlerà di tortura sotto due aspetti: quello normativo e quello psicologico. La sezione legnanese di Amnesty International presenterà una mostra fotografica e farà una sintesi della situazione di vari paesi nei quali la tortura viene sistematicamente attuata. Amnesty rilancia l’appello a pochi mesi dalla morte del giovane ricercatore friulano Giulio Regeni morto al Cairo.
Lo psicologo Marco Ogliari di Alchera – associazione multidisciplinare psico-corporea – tratterà della tortura dal punto di vista delle implicazioni psicologiche e psichiche legate ad una situazione di sudditanza e di violenza messa in atto nelle varie forme. Nell’occasione si chiederà agli intervenuti di firmare una petizione perché finalmente il reato di tortura
diventi legge.
L’Italia ha aderito alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e ha ratificato il Patto sui diritti civili e politici, la Convenzione dell’Onu contro la tortura, la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti fondamentali e la Convenzione europea per la prevenzione della tortura. Da questi strumenti internazionali emerge in maniera chiara il divieto di tortura: in particolare, la Convenzione dell’Onu contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti che
l’Italia ha ratificato il 3 novembre 1988 impone agli stati l’obbligo di considerare reato la tortura.
Pur essendo tra i firmatari della Convenzione più volte l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo per casi di torture e maltrattamenti. Secondo i giudici di Strasburgo, l’Italia ha violato l’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che recita: “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.
Nonostante ciò non esiste ancora nell’ordinamento italiano una norma che recepisca tale disposizione. Più volte si è tentato di introdurre il reato di tortura attraverso proposte di legge che, per diversi motivi, non sono mai giunte all’approvazione definitiva. L’assenza di un reato specifico di tortura finora ha fatto sì che fattispecie qualificabili e qualificate come tortura fossero sanzionate con pene lievi e non applicabili per intervenuta prescrizione e ha nuociuto alla stessa credibilità dell’operato delle forze di polizia.
L’attuale legislatura ha visto sin da subito interessanti proposte di legge in tema di reato di tortura. La discussione dei diversi testi è iniziata al Senato il 22 luglio 2013 per poi dar vita a un testo unificato presentato il 17 settembre alla relativa commissione Giustizia e approvato definitivamente in assemblea il 5 marzo 2014 con voto quasi unanime.
Il testo è passato alla Camera e si trova attualmente in esame presso la commissione Giustizia; il 19 luglio la discussione sul disegno di legge è stata ulteriormente differita per permettere ulteriori precisazioni! Allora il gruppo di associazioni bustesi (che dal 2012 organizza almeno due volte all’anno iniziative di riflessione su temi connessi con la violenza sulle donne e non solo) ha deciso di promuovere un evento sul tema per dare un nuovo impulso a questa discussione infinita!
Sostengo l’iniziativa le associazioni bustesi:
Acli Busto Arsizio, Allegra Brigata, Amici del Quadrifoglio, Antifascisti Sempre, Associazione Amici
di Angioletto, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia sez. Giovanni Castiglioni, Auser, Cgil Busto
Arsizio, Filo Rosa Auser Cardano al Campo, Legambiente, Movimento Adulti Scout
con la partecipazione di Amnesty International Legnano, Emergency Busto Arsizio e l’associazione
26per1.
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