Il Ticino si attraversa a piedi: “E’ un disastro ambientale”
La scarsità di piogge degli ultimi mesi sta mettendo in ginocchio il fiume: "Abbiamo sprecato acqua per mesi, ora corriamo rischi altissimi"
E’ un filo d’acqua quello che scorre nel Ticino. Il fiume continua a ridurre la sua portata e basta guardare le sue sponde per capire quanto è grave e radicata l’emergenza al punto che in molti punti l’acqua non scorre da così tanto tempo che al suo posto è cresciuta l’erba. Una situazione gravissima che nei prossimi giorni peggiorerà ulteriormente: «si sta verificando quello che prevediamo da anni -commenta rassegnato il presidente del Parco del Ticino, Gian Pietro Beltrami- e ora il nostro fiume è in una situazione drammatica».
Tutto è infatti iniziato nel 2014, da quando cioè il ministero dell’ambiente ha annullato la sperimentazione che da anni manteneva più alto il livello estivo del Lago Maggiore al fine di accumulare riserve idriche da usare nei momenti di difficoltà. Da quel momento è iniziato un lungo braccio di ferro che ha avuto come esito «questo vero e proprio disastro ambientale» sentenzia Luigi Duse, vicepresidente del parco. Il nuovo sistema di regolazione delle acque imposto da Roma «ha impedito di immagazzinare acqua nel Lago Maggiore» e quindi adesso «non ci sono scorte per garantire ambiente, animali, agricoltori e centrali elettriche». E se si sommano i problemi della scorsa estate, la siccità dell’ultimo inverno e quello che sta avvenendo in questi mesi «è chiaro che questa situazione non è più emergenziale ma strutturale: il Ticino soffre quasi senza sosta da 14 mesi».
E con il Lago Maggiore che sta per raggiungere il suo minimo storico «le conseguenze saranno disastrose per questo fiume che, non dimentichiamo, è un patrimonio della biodiversità riconosciuto dall’Unesco». I primi danni ambientali, tra l’altro, si sono già registrati: «i pesci che vivevano nelle zone che sono rimaste a secco sono ormai morti, la vegetazione sta accusando il colpo e corrono molti rischi tutte le migliaia di aziende agricole e le centrali elettriche che si servono dai canali del Consorzio Villoresi». Non è infatti un caso che, per cercare di risparmiare un po’ di acqua, già da lunedì verranno prosciugati alcuni canali della rete.
Proprio per questo quello che chiede il Parco è che «si torni a discutere dell’innalzamento del livello del Lago Maggiore» perché è «l’unica vera soluzione a questo problema che, studi alla mano, non comporta nessun rischio per la sicurezza delle sponde e che quest’anno avrebbe garantito al Verbano solo due giorni sotto lo zero idrometrico quando invece, ad oggi, abbiamo già superato i 50». Non solo, il Parco chiede anche che il Ministero riesca finalmente ad attivare un tavolo di confronto con la Svizzera per gestire insieme quel bacino idrico che tra Lago Maggiore e invasi alpini dei due paesi potrebbe garantire una scorta di oltre 1 miliardo di metri cubi di acqua.
Ma ora cosa succederà? Difficile dirlo. Se il lago dovesse continuare a svuotarsi con il ritmo degli ultimi giorni, entro la fine della prossima settimana si potrebbero toccare i 50 centimetri sotto lo zero idrometrico. Una soglia fondamentale perché al di sotto della quale la Diga della Miorina diventerà inutilizzabile: non ci sarà più la possibilità di regolare il flusso dell’acqua in uscita dal lago e così anche quel filo d’acqua che passa scorre rischia di asciugarsi.
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La prevenzione non è di questo paese e della sua gente.
Lo si vede nei terremoti, lo si vede come gestiamo il patrimonio idrico ed ambientale.
E poi ci lamentiamo che i francesi ci fanno le vignette satiriche.
dal 2014 dunque galletti, governo renzi…. ma una cosa sana sto governo mandato dalla troika lo ha fatto????
So che è dura contenere la polemica sterile ma il livello del Ticino non spetta a Renzi bensì all’assessorato ambientale della Regione Lombardia a base leghista.
felice lascia stare il terremoto e i francesi che hanno avuto il loro bel ragu… come dicevate?? siamo tutti “charlie hebdo”? quella è ignoranza.
in Italia manca prevenzione perchè ci si mangia su
ma che caspiata centra la prevenzione? qui si tratta di effetti in diretti del global warming. inverni troppi miti, assenza di perturbazione e preicipitazioni nevose copiose su tutto il bacino idrico alpino. le sole piogge non bastano a mantenere i livelli degli specchi d’acqua. è indispensabile l’apporto dovuto dallo scioglimento progressivo delle nevi. essendo mancate queste ultime c’è un deficit idrico su tutta l’area. in questo caso a livello locale e a livello nazionale si può fare ben poco…. è un problema a livello globale. già a marzo paventavo il rischio sicciità che in questi giorni diventa evidente a tutti. piuttosto quegli inetti del governo potrebbero far ripristinare i livelli maggiori del verbano che erano stati introdotti sperimentalmente anni addietro…..
Non per sterile polemica, ma per amor di precisione:
il controllo del livello del Ticino non spetta alla regione Lombardia, ma all’AIPO ( ex Magistrato del PO) di cui fa parte anche la regione Emilia Romagna, governata chissà da chi, ma non certo dalla Lega.