“L’inceneritore fino al 2021? Più tasse e più inquinamento”

Il Pd gallaratese difende la validità della scelta di chiudere l'impianto Accam, datato e costoso, entro il 2017. "E se altri Comuni lasciano, i costi aumenteranno ancora"

accam

«Più costi, più tasse e più inquinamento». È lo scenario che secondo il Partito Democratico di Gallarate aspetta i cittadini gallaratesi (e non solo) se si andrà effettivamente verso un prolungamento della vita dell’inceneritore Accam. A partire dallo scorso anno i Comuni soci si erano accordati su una chiusura entro il 2017, rinunciando al costoso revamping dell’impianto, che è molto datato e ha costi d’incenerimento elevati. Dalla estate scorsa, però, i Comuni soci maggiori (Legnano, Busto, Gallarate) hanno virato verso un mantenimento dell’impianto fino al 2021.

«Come Partito Democratico e come cittadini di Gallarate confermiamo con determinazione il nostro favore alla chiusura nel corso del 2017 dell’inceneritore gestito da ACCAM. Affermiamo con forza la necessità di procedere verso una gestione finalmente innovativa dei rifiuti, che superi tecnologie ormai obsolete e pericolose per la salute pubblica e per l’ambiente . Non sono emersi elementi nuovi tali da giustificare la modifica di scelte già prese e sottoscritte solo pochi mesi fa dai Comuni soci di ACCAM. La radicale inversione proposta dall’Amministrazione attuale, prorogare cioè lo spegnimento al 2021, si basa su giustificazioni contabili discutibili che spostano sui cittadini il peso della scelta mantenendo alti i costi di un servizio che potrebbe invece costare meno».

Quanto vale questa spesa? Il Pd cita il sindaco di Busto Antonelli, che «ha quantificato, per il mantenimento dell’inceneritore, un costo aggiuntivo annuo di 400.000 euro per i suoi concittadini». Una spesa aggiuntiva comunque in parte riassorbita grazie ai 350.000 euro che Busto incassa per l’affitto annuale dell’area su cui sorge l’inceneritore. «I cittadini di Gallarate invece si accolleranno la totalità dell’aggravio dei costi e pagheranno circa il 30% in più nella quota TARI relativa al trattamento dei rifiuti rispetto a quanto si pagherebbe in un altro impianto più moderno e meno inquinante.  È paradossale: mentre in altre aree d’Italia si pone, alle volte tragicamente, la questione tra costi e salute pubblica, a Gallarate andiamo verso un maggior costo in cambio di maggiore inquinamento! Nei prossimi cinque anni, dal 2017 al 2021, noi pagheremo circa 1.250.000 di euro in più, come costo dell’incenerimento e, in aggiunta, dovremo contribuire, per la nostra quota, alla spesa per l’affitto dell’area. Per far quadrare i conti il progetto di proroga della chiusura del forno al 2021 prevede inoltre l’eliminazione della spesa per l’attuale copertura assicurativa “all risk” (350.000 euro). Ma l’assicurazione non è una spesa: è un investimento a protezione dei rischi che non possiamo assolutamente permetterci di correre».

Il PD gallaratese fa poi riferimento anche alla presa di posizione che diversi Comuni (San Giorgio, Canegrate, Pogliano, Buscate, Castano Primo, Magnago, Rescaldina, San Vittore Olona, Vanzaghello, Olgiate Olona, Cardano al Campo e Somma Lombardo) che hanno annunciato l’intenzione di uscire da ACCAM a partire dal prossimo anno, contestando la nuova posizione dei soci maggiori. «Quando questo avverrà (e questi comuni “pesano” per il 27% in ACCAM) ci sarà un automatico ulteriore aggravio dei costi di gestione dovuto al minore conferimento di rifiuti da trattare. Come lo si potrà spiegare ai Gallaratesi e agli enti preposti al controllo della spesa pubblica?».

«Ogni Amministrazione – conclude il Pd gallaratese – ha il dovere di fare scelte che non guardino solo ad aspetti economici immediati, ma che sappiano andare oltre. L’intelligenza amministrativa si dimostra con soluzioni in grado di conciliare scenari industriali sostenibili ed innovativi con il bene comune che in questo caso sono salute e ambiente. Era questo lo spirito che aveva ispirato le linee di indirizzo approvate poche mesi fa e che oggi a Gallarate questa Amministrazione intende cambiare con il doppio svantaggio per il benessere economico dei cittadini e per la qualità dell’ambiente dove vivono».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Ottobre 2016
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