CPIA, “è stata la Provincia a fare un passo indietro”
Il sindaco Andrea Cassani rimanda a Villa Recalcati e al centrosinistra la responsabilità sulla chiusura degli spazi della scuola per adulti
«Se la Provincia non avesse fatto passo indietro, non saremmo qui a parlare dell’ipotesi di ridurre attività del CPIA». Il sindaco di Gallarate Andrea Cassani contrattacca sul caso dello sfratto al Centro Provinciale d’Istruzione per gli Adulti e rimanda la responsabilità a Villa Recalcati. «Bussino alla porta di Vincenzi».
La lettura di Cassani (che oggi è a Firenze con SAavini) è netta: la vicenda nasce da questioni economiche, la colpa è della Provincia.
«A differenza di quel che è stato detto questa mattina (qui), la questione è soprattutto di carattere economico: come ammesso ieri dalla dirigente Carmela Locatelli, nel corso dell’incontro che ho avuto con lei, la Provincia dall’oggi al domani ha spento le luci degli spazi al Falcone, dove si tenevano i corsi. Il Comune dall’oggi al domani si è trovato quest’onere di 50mila euro l’anno, che verrà garantito per l’anno scolastico in corso. Sono fondi che non sono a disposizione, quest’anno li abbiamo messi a bilancio facendo i salti mortali, ma dall’anno prossimo saranno impossibili da garantire».
Cassani ribadisce poi la sua soluzione: concentrare tutte le attività in via Seprio, negli spazi di quella sede amministrativa che – è stato fatto filtrare un po’ polemicamente da Palazzo Borghi – era stata portata a Gallarate nel 2014, dal centrosinistra. «Le polemiche sul fatto che la scuola sia chiusa perché frequenta stranieri sono strumentali, che l’alfabetizzazione riguardi queste persone invece è un dato di fatto».
Da Gallarate quindi si rimanda la pratica a Varese, a quell’ente Provincia che oggi è governato dal centrosinistra. Tant’è vero che Cassani fa una notazione polemica proprio su Varese, città oggi governata dal centrosinistra: «Sarebbe curioso – dice – sapere se anche a Varese si è fatta la stessa operazione [di “sfratto”, ndr] o meno».
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