Merci dalla strada alla ferrovia, la Svizzera “insegna” ancora
Cresce la quota di mercato del trasporto ferroviario nella Confederazione. Il confronto con l'Italia e gli altri paesi europei
L’obiettivo della Commissione Europea di trasferire entro il 2030 il 30 per cento del traffico delle merci in Europa, dalla strada alla ferrovia è ancora lontano. Per molti paesi dell’Unione, Italia compresa, seppur in crescita, il dato del trasporto ferroviario delle merci è ancora ben al di sotto di quella soglia.
Negli ultimi anni, in Europa il volume di trasporto interno delle merci nell’UE (su strada, rotaia e per vie navigabili interne) si è stabilizzato a circa 2.300 miliardi di tonnellate-chilometro all’anno, di cui il trasporto su strada rappresenta approssimativamente il 75 % del totale.
Nel nostro paese, la strada, resta la via di comunicazione principale nella maggior parte dei casi, con tutte le conseguenze in termini di traffico, sicurezza e inquinamento che ne derivano, mentre il trasporto modale, secondo i dati della Corte dei Conti europea si attesta intorno al 13 per cento (7 per cento circa la quota di Trenitalia il 6% è invece garantito da altre imprese ferroviarie entrate nel mercato a partire dalla liberalizzazion
Basta però spostarsi poco più a Nord, in Svizzera, per trovare una situazione completamente differente. La Confederazione, che da anni investe sulla rete ferroviaria per incentivare il trasporto su rotaia (basti pensare alla grande infrastruttura di AlpTransit ma non solo), presenta performance ben diverse, come emerge dai dati presentati oggi e relativi al 2015. Le analisi dell’Ufficio federale di statistica hanno registrato, nel 2015, una percentuale di trasporti stradali intorno al 61 per cento, e ferroviari intorno al 39. Le ferrovie, secondo l’indagine dell’istituto elvetico, sono riuscite in un solo anno a incrementare quest’ultima prestazione di un punto percentuale.
I dati svizzeri sono ben al di sopra della media europea e la situazione che emerge da una recente indagine della Corte dei conti europea non prospetta grandi miglioramenti. “Nonostante gli sforzi compiuti dalla Commissione sin dal libro bianco del 2001, la performance del trasporto merci su rotaia nell’UE resta, nel complesso, insoddisfacente. Il volume delle merci trasportate annualmente su ferrovia è rimasto relativamente stabile tra il 2000 e il 2012 (circa 400 miliardi di tonnellate-chilometro). Tuttavia, nello stesso periodo, è aumentato il volume della merce trasportata su gomma (da 1 522 a 1 693 miliardi di tonnellate-chilometro)”
L’analisi effettuata dalla Corte sui dati Eurostat mostra però che, nel complesso, in 10 Stati membri su 26, la quota modale di merci trasportate su rotaia è aumentata tra il 2000 e il 2013. In altri Stati membri si è registrata una diminuzione della performance, come, ad esempio, in tutti gli Stati membri dell’Europa centrale e orientale, la cui quota modale nel 2000 era relativamente elevata. L’Italia è tra i paesi che hanno visto crescere la quota di traffico su rotaia, anche se il dato è ancora molto contenuto, e la necessità di accelerare l’incremento è stata più volte ribadita dal Governo. Particolarmente interessanti e da monitorare per il nostro paese e soprattutto per il Varesotto e gli altri territori di confine, saranno in questo contesto gli effetti dell’entrata in funzione di AlpTransit, infrastruttura pensata per collegare attraverso la ferrovia, in modo più rapido e diretto il Nord con il Sud dell’Europa ma che he nella peggiore delle ipotesi potrebbe trovare un tappo alle sue potenzialità proprio all’ingresso del nostro paese dove sono in corso importanti lavori di adeguamento in quanto la rete ferroviaria non è ancora in grado di supportare il traffico che ne potrebbe derivare. Da ricordare inoltre che il terminale per i viaggi merci su ferro sono Busto Arsizio e Novara dove nella maggior parte dei casi, dalla ferrovia si passa ai camion, mentre solo un parte delle merci prosegue diretta al porto di Genova.
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entro il 2013???
—-
2030, grazie