Con la Gioeubia si ripropone anche la tradizone del “cinìn”
Il rogo della strega, molto spettacolare, animerà la serata dell'ultimo giovedì di gennaio: a Lonate è però molto radicata un'altra tradizione, legata alla cura dei campi
Anche a Lonate Pozzolo si rinnova la tradizione della gioeubia, il falò benaugurante d’inverno. Ma a Lonate è molto sentita anche un’altra tradizione di origine schiettamente contadine, che altrove è meno conosciuta: è “ul cinìn”, la cena a base di salamini e fagiolini “con l’occhio” che oggi è associata al momento di festa della Gioeubia.
«Si mangiano i salamini e i fagiolini come gesto portafortuna, perchè c’era la convinzione che così si tengono indietro i moschini della campagna, in vista della primavera» spiega Giovanni Desperati, presidente dell’attivissima associazione anziani di Lonate. «La Gioeubia è una tradizione più bustocca, quando ero bambino mi ricordo che ci andava mio papà perchè lavorava a Busto. Mentre il cinìn è più tradizione della nostra zona».
L’appuntamento con “ul cinìn” è molto sentito a Lonate ed è messo in grande evidenza anche sulle locandine, quasi a sovrastare l’appuntamento del rogo della Gioeubia (clicca qui per le info su gioeubia e cinin a Lonate e Sant’Antonino). In ogni caso, due tradizioni – più o meno radicate e celebrate con continuità – che si rifanno al mese di gennaio come momento culminante dell’inverno, quando il lavoro agricolo si fermava completamente, ma in cui – con l’allungarsi progressivo delle giornate – si poteva tornare a intravedere la primavera e un nuovo ciclo di semina e di raccolto.
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