La potenza della street art di Sarti entra in classe
Ad Oggiona s'insegna l'amore per gli spazi e il colore, insieme a Fabrizio Sarti in arte Sea: si parte lunedì 20 febbraio
Un’arte seria. Insegnarla e farla arrivare nelle scuole è diventata un’esigenza. Un’azione, che si scopre educativa, a tratti anche salvifica per lo spirito e per l’anima. In tutta la sua potenza la “street art” entra in classe, arriva a scuola, per merito di un laboratorio intensamente voluto dalle insegnanti Pina Rea, Mara Milani e Paola Fabris della Scuola Primaria “C. Battisti” di Oggiona, supportata dalla Dirigente Scolastica Francesca Capello, con la collaborazione e il sostegno dell’Assessore alla Cultura del Comune di Oggiona Santo Stefano, Viviana Bollini.
Il 20 febbraio parte questa sperimentazione d’avanguardia che porterà gli alunni a creare e a confrontarsi con quello che potrebbe diventare un lavoro o una passione a cui rispondere, con le sue basi e le sue regole, con i tempi e le ispirazioni di un mondo che cambia velocemente, ma che dipende dall’interiorità e dalla vita dell’artista. Un incontro a cui seguiranno altre esperienze con artisti locali. L’intervento riguarda la creazione di cinque tele gigantesche collocate nell’atrio della scuola Primaria di Oggiona.
Ad accompagnare gli studenti ci sarà Fabrizio Sarti in arte SEA, varesino di nascita, muralista, illustratore e designer che ha dato forma al progetto Sea Creative, che lo ha portato a collaborare con gallerie e a vari progetti commerciali. Oggi vive e lavora tra Milano e Varese, continuando la sua produzione artistica con mostre nazionali e internazionali e collaborazioni nei più svariati ambiti creativi. Oltre ai circuiti espositivi convenzionali, Sea Creative dipinge e “espone” i suoi personaggi nelle aree industriali abbandonate, in un progetto artistico, dove la street art si allontana dalla strada, dai muri delle città, per fondersi con l’archeologia industriale, con quei luoghi pieni di storia, che emozionano solo ad entrarvi.
Un artista con un suo stile ben definito: lineare ma attento ai particolari di un universo caotico in un mondo di personaggi grotteschi che incuriosiscono lo spettatore. Uno stile che esula dalla vera rappresentazione figurativa per allargarsi all’esperimento grafico/cromatico. Un microcosmo di personaggi che non appartengono a nessuna città, a nessuno specifico panorama urbano; volti con espressioni stupite, attonite, assenti che appartengono solo alla mente dell’artista che rielabora esempi provenienti dal mondo reale lasciando allo spettatore varie chiavi di lettura interpretativa.
«All’inizio – spiega – mi sono chiesto se fosse possibile comunicare attraverso l’arte. Si tratta di una ricerca costante, uno sfogo, un’espressione libera, una necessità, favorendo socializzazione ed educazione dei giovani verso la legalità e il rispetto dell’ambiente urbano, una sorta di educazione civica applicata all’arte. Mi basterebbe riuscire a trasmette questo ai ragazzi, l’amore per i luoghi, un approccio che può essere armonico ed espressivo dove i bambini potranno esprimere tutto il loro genio creativo, oltre il tempo e gli spazi del nostro laboratorio».
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