Poche auto elettriche-ibride in strada ma la provincia è all’ottavo posto
Sono quasi 2.500 su un totale di 571.230 le auto elettriche-ibride del parco macchine provinciale. È lo 0,43% ma basta a collocare Varese nella top ten
Sono quasi 2.500 su un totale di 571.230 le auto elettriche-ibride del parco macchine della provincia di Varese, secondo i dati ACI relativi al 2015.
Una cifra che, per quanto sembri bassa, colloca Varese nella top-ten (8°posto) delle province con il maggior numero di auto ibride e, dunque, più attente al tema della mobilità sostenibile, almeno per quanto concerne questo particolare aspetto.
Ottava posizione per Varese confermata anche nella classifica stilata dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio, che rapporta il numero delle autovetture ibride al totale delle auto circolanti: per la nostra provincia questa percentuale è pari a 0,43%, una quota ancora bassa ma tra le più elevate in Italia.
In cima a questa speciale classifica ci sono le province autonome del Trentino, Trento 1° (0,86%) e Bolzano 4° (0,52%), ma anche diverse province della Lombardia: Milano 2° (0,72%), Como 5° (0,51%), Monza-Brianza 6° (0,45%) e, appunto, Varese 8° (0,43%) e Bergamo 10° (0,38%) Tra le province ai primi posti anche Bologna 3° e Firenze 7° mentre chiude la classifica Enna, con solo 13 auto ibride (0,01%).
Pre dare un idea del quadro complessivo ecco come si suddividono le automobili in Italia per tipo di alimentazione:
Ritornando ai dati sulle elettriche-ibride per la provincia di Varese, la dinamica dell’ultimo biennio disponibile (2013-2015) ci dice che sta crescendo l’attenzione verso questa tipologia di alimentazione: il numero di auto ibride è quasi raddoppiato in soli due anni, passando da 1.251 a 2.466, ovvero il 9% delle ibride circolanti su base regionale.
Questo trend positivo viene convalidato anche a livello regionale, da 15.115 a 27.578 ibride, e nazionale, con un incremento del numero di autovetture ibride che sale da 45.404 nel 2013 a 89.932 nel 2015.
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Il maggiore ostacolo alla diffusione delle elettriche non è la tecnologia od i limiti della stessa in quanto sarebbero facilmente superabili solo se:
– esistesse una rete capillare di ricarica rapida
– le case produttrici di auto mettessero a listino almeno 1-2 modelli intorno ai 20.000 euro.
Per il primo punto la colpa è la mancanza di un piano condiviso a livello nazionale (anche se Enel ultimamente sta facendo qualcosa nel Nord Italia).
Il secondo punto è che le case automobilistiche per troppo tempo hanno corteggiato i petrolieri. Ed ora con Trump al potere non la vedo particolarmente positiva la migrazione all’ibrido.
Forse c’è da riporre le speranze in alcune case storiche dell’ibrido (vedi Toyota), al tracollo delle vendite dei diesel (vedi scandali vari sulle emissioni) e al fatto che la ricerca sulle batterie sta facendo passi da gigante (vedi le super batterie aria-litio).
Felice
completamente d’accordo su tutta la linea. per quanto riguarda trump non tutti i mali vengono per nuocere. il suo estremismo sta inducendo riflessioni e dissenso al interno dello stesso partito repubblicano. un processo di destituzione non è così inprobabile se va avanti di questo passo.