“Un solo vigile non basta. Dov’è finito l’accordo tra comuni?”
L'opposizione chiede che si stringano i tempi e si trovi una soluzione alternativa dopo l'uscita dalla gestione associata con Azzate e paesi limitrofi
Cosa sarà della polizia municipale di Buguggiate? L’uscita dal consorzio era davvero l’unica strada percorribile? Se lo sono chiesto i consiglieri d’opposizione del comune e hanno girato la domanda al sindaco Cristina Galimberti.
I fatti sono noti: alla fine dello scorso anno Buguggiate e Bodio hanno deciso di lasciare la gestione associata che si era costituita, per ragioni organizzative ed economiche. Il risultato per Buguggiate è che oggi il paese può contare soltanto su un agente di polizia municipale. Può bastare? Domenica scorsa, con l’incendio di un tetto, la sfilata di carnevale e una palestra stracolma di genitori difficile da gestire, forse sarebbe stato meglio avere a disposizione una pattuglia ma si è trattato comunque di un caso straordinario e l’unico agente presente, in servizio, se l’è cavata egregiamente.
Per il futuro? La questione è stata oggetto anche dell’ultimo incontro pubblico organizzato dall’opposizione: “Il Comune era entrato nel consorzio malgrado fosse evidente lo svantaggio economico per Buguggiate – spiegano Matteo Sambo e Lorenzo Carabelli – Noi eravamo molto scettici e lo abbiamo detto chiaramente. Una delle ragioni era che Buguggiate avrebbe dovuto dividere per i cinque comuni del Consorzio gli introiti del multanova presente sulla SP1.
Il sindaco nel 2015 aveva chiuso il dibattito in consiglio comunale sostenendo che non fosse tanto il conto economico quanto il miglioramento del servizio – da verificarsi nell’arco di 3 anni – a far prendere la decisione.
Dopo solo un anno e mezzo però, si è deciso di uscire pare per due motivi: uno di carattere economico – sembra che sia particolarmente difficile avere riscontri dettagliati e puntuali sulla situazione entrate/uscite/ripartizioni da parte di chi dirige l’Associazione – ed uno organizzativo, dal momento che è in previsione il cambiamento di statuto da Associazione ad Unione; si creerebbe così una struttura totalmente indipendente, con una propria direzione e un bilancio “sganciato” da quello dei singoli comuni partecipanti”.
Il gruppo consigliare di minoranza anche stavolta si è posto in maniera critica verso la decisione di lasciare la Gestione associata: “Innanzitutto “sembra” che in effetti il servizio, malgrado non ce ne sia stata evidenza tangibile – il nostro poliziotto non si vedeva quasi più per le vie cittadine – fosse effettivamente più completo e puntuale. Oggi in pratica ritorniamo ad avere un poliziotto al servizio del paese ma che ha poteri di intervento limitati”.
Sambo e Carabelli fanno notare che il cambiamento verso l’Unione, oltre ad essere previsto dallo Statuto già firmato dal sindaco, è il passo naturale verso la sempre più ampia integrazione tra Comuni limitrofi, auspicata dallo Stato proprio in virtù delle sinergie necessarie ed i risparmi ad esse associati. “La cosa positiva è stata che anche il Cristina Galimberti è d’accordo con noi sul fatto che la gestione associata sia effettivamente da realizzarsi, e ci ha garantito che l’Amministrazione sta già pensando di costituirne una nuove. Ci auguriamo che venga tenuto conto dell’esperienza appena passata, e auspichiamo di essere tenute in considerazione anche nella delicata fase di preparazione, e non solo in quella di votazione a documento compilato”.
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