Cislaghi a tutto campo: “Servizi Sociali, Accam e ospedale unico: quanti errori”
L'ex-assessore ai Servizi Sociali attacca Miriam Arabini sulla questione della casa di riposo di via Tasso, accusa i comuni soci di Accam che stanno affossando la società e si chiede che cosa sarà del vecchio ospedale
Mario Cislaghi è preso, come ogni anno in questo periodo, nell’organizzazione della Festa di San Giuseppe che prenderà il via il 21 aprile e si chiuderà l’8 maggio, ma dal suo quartier generale ci tiene a mettere alcune cose in chiaro rispetto al lavoro dell’amministrazione Antonelli e, in particolare, dell’assessore Arabini che ha preso il suo posto ai Servizi Sociali: «Miriam Arabini deve pensare a fare bene il suo lavoro e non prendersela con chi l’ha preceduta scaricando su di me le responsabilità – spiega Cislaghi – in particolare mi riferisco al caso della casa di riposo di Via Tasso dove i dipendenti stanno protestando per i metodi messi in pratica dalla nuova cordata di cooperative. Noi abbiamo lasciato tutte le gare rinnovate e nel contratto con la cooperativa subentrata in via Tasso abbiamo garantito la presa in carico di tutti i lavoratori impiegati dai predecessori».
Cislaghi sfida l’assessore ad un confronto, anche in commissione, con i numeri alla mano: «Li ho tutti, aggiornati fino a giugno 2016 e sono pronto a confrontarli con lei. La smetta di lamentarsi e pensi a lavorare».
Cislaghi ha parola dure anche su Accam e sulla gestione di questa crisi infinita tra grandi e piccoli comuni soci: «Qui si rischia davvero di bloccare tutto entro fine anno – commenta Cislaghi che è stato anche sindacalista e conosce ancora molti dipendenti del termovalorizzatore – lasciare mano libera ai piccoli comuni soci significa portare la società al fallimento con un commissario liquidatore che potrebbe vendere ad un privato e poi voglio vedere se chiuderà nel 2021 come è stato deciso». In veste di ex-sindacalista il pensiero va ai 90 lavoratori che rischiano di rimanere a casa: «I comuni devono smetterla di litigare per questioni personali e politiche» – chiosa.
Infine emerge il Cislaghi rappresentante di quartiere con un commento sulla questionedel nuovo ospedale unico: «Cosa succederà a San Giuseppe se chiude l’ospedale? Un’area enorme finirebbe nel degrado e la rete di commercianti del quartiere rischia di impoverirsi in maniera irreversibile – spiega ancora Cislaghi – non credo che un polo ospedaliero di queste dimensioni si possa riconvertire solo con qualche ambulatorio».
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