Dalla Guinea a Busto: i profughi si raccontano agli studenti
Mattinata di confronti e dialogo alla scuola media Crespi. Ospiti i richiedenti asilo ospiti del centro di accoglienza di via XX Settembre
Lunedì 10 aprile, presso l’istituto comprensivo “E. Crespi” di via Comerio, a Busto Arsizio, i ragazzi richiedenti asilo ospiti del centro di accoglienza di via XX Settembre, gestito dell’associazione “Combinazione”, hanno incontrato gli studenti della scuola secondaria di primo grado.
Realtà diverse si sono accostate e messe a confronto con grande rispetto eludendo ogni barriera virtuale. Giovani adulti provenienti dalla Guinea Conakry hanno giocato con gli adolescenti del quartiere sant’Anna e, nello stesso tempo, hanno raccontato le loro esperienze, facendo riaffiorare alla memoria drammi non ancora rimossi: dall’altra parte, un grande silenzio e una commozione che difficilmente si riscontra nei nostri ragazzi delle scuole medie, lontani dalle violenze delle guerre civili, dalle sopraffazioni di ogni genere e dalle torture fisiche.
Gli ospiti hanno rifatto virtualmente il percorso che lì ha portati qui, in Italia, in Lombardia e a Busto: lo stesso percorso comune a tanti di loro, attraverso prima la terra d’origine, la Guinea, poi il Mali, il deserto, l’Algeria, la Libia, il mare Nostrum, le acque internazionali e poi l’Italia. Dopo gli attacchi dei ribelli nel deserto del Sahara, la ingiusta detenzione nelle carceri libiche, il dramma per la perdita dei propri cari, degli amici e dei conoscenti, la sofferenza per la mancanza di acqua e di cibo, l’angoscia per l’attraversata del Mediterraneo in condizioni assai precarie, stipati all’interno di gommoni non adatti a contenere centinaia di persone, dopo tutte queste tragedie sono approdati a Trapani dove la polizia ha rilevato loro le impronte digitali e i medici li hanno visitati. Da Trapani a Bresso, dove c’è un hub che li ha smistati presso quelle province che hanno dato la disponibilità all’accoglienza.
«Sono in Italia dal luglio dell’anno scorso – raccontano Marco Piccione e Milly Paparella, due attivisti del centro di accoglienza di Busto – ma non sono rimasti con le mani in mano, anzi, stanno frequentando la scuola per imparare l’italiano, fanno teatro, svolgono attività sartoriali, hanno iniziato il tirocinio di giardinaggio, creano collanine, giocano a calcetto presso l’oratorio; insomma stanno cercando di integrarsi nel nostro tessuto sociale, ognuno con le proprie peculiarità».
Gli studenti della scuola “Crespi” hanno riso con loro, li hanno chiamati amichevolmente per nome riconoscendo loro quell’umanità e quell’individualità che spesso noi adulti facciamo faticare a riconoscere: ci hanno insegnato, ancora una volta, ad accantonare i pregiudizi e le diffidenze per guardare lontano, all’universalità.
Roberta Fedeli
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