![VareseNews Speciale Elezioni 2024](/wp-content/themes/editheme/img/banner/banner_elezioni2023_xarticolo.png)
Dall’Italia al kibbutz, 2300 km in bici sulle strade delle memoria
Sulle tracce della solidarietà, Giovanni Bloisi ha incontrato gli orfani ebrei passati dalla colonia bergamasca di Sciesopoli. Toccando anche i campi di concentramento italiani, volto oscuro della nostra storia
![Giovanni Bloisi viaggio Sciesopoli](https://staging.varesenews.it/photogallery_new/images/2017/05/giovanni-bloisi-viaggio-sciesopoli-612187.610x431.jpg)
Dall’Italia fino a un kibbutz in Israele, tutto in bicicletta. Giovanni Bloisi, da Varano Borghi, ha pedalato per duemilatrecento e passa chilometri, per raccontare la storia dei “bambini di Sciesopoli”, gli orfani ebrei (da tutta Europa) che furono accolti in un paesino della bergamasca al termine della Seconda Guerra Mondiale. Un lungo viaggio concluso con l’emozionante incontro con alcuni dei “bambini”, oggi attempati signori e signore che conservano ancora la memoria di quel passaggio in Italia.
![VareseNews Speciale Elezioni 2024](/wp-content/themes/editheme/img/banner/banner_elezioni2024_newsletter-650x100.png)
Giovanni Bloisi si definisce “ciclista della memoria”, in sella alla sua bici ha affrontato più di un viaggio con l’obbiettivo di creare attenzione e sollecitare la memoria. L’ultima sua spedizione – ne avevamo parlato a marzo, prima della partenza – si concentra sulla vicenda di Sciesopoli: una colonia di soggiorno costruita durante in fascismo a Selvino (Val Seriana), che alla fine della guerra – per iniziativa della nuova Italia antifascista e democratica – fu convertita a colonia per accogliere orfani di famiglie ebree, sopravvissuti alla Shoah. Molti venivano dall’est Europa, si erano salvati a prezzo di enormi sofferenze, avevano attraversato mezzo continente per avvicinarsi all’imbarco per heretz Israel, la ritrovata terra promessa.
Il viaggio di Bloisi aveva come obbiettivo finale Zeelim, il kibbutz dove hanno trovato casa gli orfani passati da Sciesopoli. «Ho incontrato i “bambini di Selvino”, che sono ancora una sessantina» racconta Bloisi. «Ho dormito nel kibbutz fondato da loro, sono stato ospitato per sette giorni. Selvino per loro è un luogo importante. Uno di loro, Abraham, mi ha detto: “Io a Selvino sono arrivato a piedi dalla Polonia, tu in bicicletta da là, grazie”. Un altro mi ha detto: “Il popolo di Selvino ci ha dato la vita: lì abbiamo ritrovato la vita”. Per tanti anni non hanno raccontato, ora finalmente lo fanno, condividono i loro ricordi. Molti erano colpiti dal fatto che andasse fin lì in bici un italiano: non ebreo, non un israeliano, non una persona coinvolta più direttamente, ma un semplice cittadino italiano. Non capivano perché avessi fatto questo viaggio, prendendo freddo, affrontando difficoltà, cucinando per strada».
Bloisi, per raggiungere Israele, ha toccato anche diverse località italiane, sede di campi di internamento. Un percorso tracciato per fare memoria della persecuzione del popolo ebraico, che fu attuata anche in Italia (con zelo, anche prima che ci si mettessero i nazisti). Tra le tappe Càsoli in Abruzzo, Gioia del Colle in Puglia, località sede di campi di internamento e di transito, attraverso cui cittadini italiani (ma anche jugoslavi e profughi tedeschi) di origine ebrea furono poi inviati verso i campi di sterminio. O Colfiorito vicino a Foligno, dove c’erano oppositori politici italiani, montenegrini e albanesi, deportati dai territori occupati. O Casacalenda in Molise «dove c’erano solo donne ebree e mogli di oppositori politici». Insomma: il volto oscuro della storia italiana, speculare alla storia di accoglienza e solidarietà di Sciesopoli, allo stesso modo meritevoli di tutela e memoria.
Venti tappe complessive, venti giorni di viaggio partendo da Tradate (Comune che ha dato il suo patrocinio). «Il viaggio è andato oltre le aspettative per l’attenzione che si è creato lungo le tappe. Vari comitati nei Comuni che attraversavo, sede di campi di concentramento: mi hanno accolto in modo encomiabile, mi hanno proposto altri progetti per la valorizzazione e il racconto della memoria. Storie magari mai raccontate. Come a Càsoli e a Gioia del Colle, dove il sindaco mi ha detto che ho “risvegliato” con la mia bicicletta la memoria. A Colfiorito un professore ha riconosciuto che la bicicletta ha avuto una forza in grado di risvegliare. . Adesso c’è da lavorare per concretizzare. Domani ad esempio sarò a Roma con il sindaco di Selvino, a pranzo dall’ambasciatore israeliano».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
mike su La neve in montagna continua a sciogliersi. Contro la siccità si aspetta la pioggia
Felice su La festa "techno" nei boschi di Lonate Ceppino causa proteste
Rolo su Pullman in sosta con i motori accesi, la segnalazione e la risposta di Autolinee Varesine
lenny54 su "C'è del dolo nelle modifiche al Superbonus"
Felice su Architetti, geometri, ingegneri e costruttori all'unisono: "Da Super Bonus a Super Malus"
Felice su Dentro la loggia del Battistero di San Giovanni a Varese restituita alla città
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.