Terreni agricoli che diventavano produttivi, le mani dei Rivolta sul Pgt
I due fratelli da anni fanno incetta di terreni agricoli che poi, grazie al ruolo di Danilo prima da assessore e poi da sindaco, aumentavano il loro valore a dismisura. Fulvio incassava e il Parco del Ticino è la vera vittima
Il sistema dei fratelli Rivolta andava avanti da molti anni, ben prima che diventasse sindaco Danilo che nella giunta Gelosa era stato anche assessore all’urbanistica.
I due entravano in azione quando c’era un terreno agricolo “interessante” per qualche imprenditore. Lo acquistavano dal proprietario a prezzo maggiorato e poi si adoperavano perchè diventasse un terreno produttivo, aumentandone il valore in modo sostanzioso e rendendolo edificabile con l’approvazione del Pgt. Così è avvenuto negli anni precedenti alla redazione del primo Pgt (approvato nel 2013) e allo stesso modo hanno provato a fare in occasione della revisione del Pgt, la cui bozza definitiva è stata presentata a fine 2016. Il tutto con una facilità e una spregiudicatezza che avrebbe dovuto far alzare qualche antenna soprattutto perchè Lonate Pozzolo ricade in gran parte sotto il Parco del Ticino.
Terreni agricoli che diventavano produttivi
Si racconta di un vero e proprio rastrellamento di terreni messo in atto da Fulvio Rivolta il quale girava con un blocchetto di assegni in bianco coi quali acquistava appezzamenti di terreno che poi, negli anni successivi, sono diventati piani integrati d’intervento dove sono sorte zone commerciali o capannoni industriali.
Uno di questi affari è al centro dell’indagine della Procura di Busto Arsizio che ha appurato come il sindaco Danilo Rivolta abbia fatto pressioni sull’architetto Giuliani, incaricato di redigere le varianti al Pgt (approvato nel 2013, ndr), per inserire anche il cambio di destinazione d’uso del terreno agricolo acquistato dalla New Lac di Marco Ferrari (anche lui indagato, ndr). Il terreno venne acquistato grazie alla mediazione dello studio Proget Srl di Fulvio Rivolta che frutta ai due 22.800 euro versati in tre tranche da Ferrari.
In particolare i due fratelli avevano incontrato l’architetto anche al di fuori delle sedi istituzionali per chiedere e ottenere l’inserimento dei terreni in questione tra quelli da trasformare da agricoli in produttivi, richiesta che viene esaudita come è possibile verificare visionando la bozza di variante del Pgt pubblicata nell’ottobre del 2016.
La cava trasformata in parcheggio
Altro esempio dell’ingerenza continua da parte di Rivolta negli affari urbanistici è stato cristallizzato nell’ambito del sequestro da parte dei carabinieri di una cava adibita a parcheggio abusivo per i passeggeri dell’aeroporto. In particolare Rivolta, su richiesta di Aldo Sangalli del Parking Malpensa (altro imprenditore indagato, ndr), fa pressione sul suo ufficio tecnico per aggirare il sequestro della cava Rossetti. L’imprenditore, infatti, avrebbe messo a libro paga i fratelli Rivolta per ottenere vantaggi: in particolare avrebbe affidato a Fulvio i lavori di progettazione del nuovo parcheggio multipiano (90 mila euro corrisposti dal 2013 al 2016 in tranche da 3 mila a 5 mila euro al mese), avrebbe pagato una cena elettorale a Danilo Rivolta durante la campagna elettorale delle amministrative e avrebbe messo a disposizione una Renault Clio per il figlio di Danilo Rivolta.
Il caso Zocchi-Pinza
Ancor più curioso il caso del capannone della Pinza Spa di Gianluca Pinza (altro imprenditore finito nel registro degli indagati) acquistato dalla società Sviluppo Malpensa di Massimo Zocchi (indagato). In questo caso i Rivolta riescono ad incassare soldi sia dal precedente proprietario (Zocchi) che ha realizzato il capannone (tra abusi edilizi, sequestri, mancato versamento degli oneri di urbanizzazione) e dalla società di Gianluca Pinza che acquista il capannone per installarci un’azienda che fa manutenzione per gli aerei. In questo caso il sindaco riesce a nominare come difensore del Comune, per questa vicenda, lo stesso avvocato che aveva scritto all’ufficio tecnico per conto della Pinza Spa per ottenere una declaratoria di efficacia della Dia. Provate a immaginare quale sia stato il parere dell’avvocato che avrebbe dovuto, in quel caso, difendere gli interessi del Comune.
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