
Le mamme di Angera in Toscana, per difendere i piccoli ospedali periferici
Una delegazione di cittadini, accompagnati dal sindaco, sta partecipando alla manifestazione in Toscana per proteggere le strutture sanitarie a rischio

Le mamme dell’ospedale di Angera, di nuovo in trasferta: l’associazione Amor, con una delegazione di volontari e famiglie sta partecipando oggi, sabato 10 giugno, alla manifestazione in Toscana, a Volterra, a sostegno dei piccoli ospedali fondamentali per il territorio, ma sacrificati da logiche che sacrificano i servizi sanitari pubblici a favore della gente, in particolare dei bambini.

In Val di Cecina, un comitato locale sta lottando per riavere la Pediatria a disposizione dei bambini di una vastissima area, reparto chiuso da scelte assurde, responsabilità della politica e di una classe dirigente che, nella sanità, insegue spesso disegni lontani dal concetto di servizio pubblico per il territorio. Così avvenne ad Angera, lo scorso inverno, e così avviene in molte altre realtà della penisola. Con le mamme anche il sindaco della città lacustre, Alessandro Molgora.
#iononsonounnumero è lo slogan di una battaglia che, in Val di Cecina, vede l’impegno di moltissimi cittadini e qualche vip (tra i quali Piero Pelù e Leonardo Pieraccioni, nella foto) in difesa di un reparto chiuso ingiustamente e che svolgeva un servizio importante per i bambini e le famiglie di quella zona.
L’associazione Amor, con le mamme e i papà che stanno difendendo i reparti di Maternità e Pediatria di Angera aderisce concretamente alla manifestazione, così come è stato fatto in primavera a Latisana, in Friuli.
Da Angera, con la riapertura dei reparti dell’Ospedale Carlo Ondoli, è partito un segnale importante: i cittadini che si battono per servizi base e fondamentali per i propri bambini e per il territorio possono indurre la politica a ripensare le loro scelte. La sanità è un diritto da difendere e salvaguardare per tutti. In quest’ottica sta nascendo una vera a propria rete, in tutta Italia, proprio per impedire di cancellare piccoli ospedali periferici che svolgono un ruolo importante per la collettività.
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