“Dall’accoglienza possono nascere opportunità”

Due sindaci della Rete Civica lanciano un appello alle amministrazioni che rifiutano gli asilanti. Aimetti e Del Torchio annunciano nuovi progetti per contrastare la povertà

Richiedenti asilo la lavoro al Sacro Monte

Solo 50 comuni su 139 hanno accettato di accogliere richiedenti asilo. Un rifiuto che crea difficoltà ai comuni della rete di accoglienza ma incrina anche il rapporto di solidarietà reciproca tra istituzioni.

È quanto sostengono Silvio Aimetti ( sindaco di Comerio) e Riccardo Del Torchio ( primo cittadino di Besozzo) in un comunicato a firma congiunta:  «La Rete civica dei sindaci per l’accoglienza vuole riaffermare l’importanza della reciproca solidarietà tra pubblici amministratori. Nella nostra Provincia su 139 Comuni sono poco più di 50 quelli che hanno attivato dei progetti. Alcuni Comuni, pur non avendo organizzato il sistema di accoglienza per un reale impedimento, hanno dimostrato una concreta sensibilità al problema, dandone testimonianza attraverso l’ingresso nella rete civica. Accanto a questi, tuttavia, ci sono varie Amministrazioni Comunali (si va da destra a sinistra al civismo: questo è giusto dirlo) che non hanno mostrato nessuna disponibilità, o per indifferenza o per avversità. Crediamo che questo non sia giusto e vada contro quello che dovrebbe essere un approccio solidale tra sindaci del territorio, i quali, prima di tutto, rappresentano le Istituzioni e non i partiti . Raccogliendo l’appello del Signor Prefetto di Varese siamo quindi a ribadire l’invito agli Amministratori ad attivare dei progetti di accoglienza diffusa . Siamo convinti che attraverso dei buoni progetti di accoglienza (specie lo SPRAR) si potrebbe riuscire ad aiutare anche gli Italiani che hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro».

«Le povertà – proseguono i due firmatari –  non vanno messe in contrapposizione, come qualcuno sta cercando di fare, ma al contrario occorre affrontarle in modo pratico e concreto. Se i progetti di accoglienza fossero diffusi e per piccoli gruppi all’interno delle nostre comunità, ogni 15 richiedenti asilo potrebbe essere creato un posto di lavoro per un italiano esperto in mediazione culturale o in attività di tipo sociale; nei progetti SPRAR inoltre, potrebbero essere coinvolti come allievi nei corsi professionali anche nostri connazionali attualmente senza lavoro. Sono quindi diverse le azioni che potrebbero essere messe in atto, di concerto con la Caritas ed altre associazioni laiche sul tema cruciale della “guerra tra povertà”, che molte parti stanno cinicamente diffondendo nella nostra confusa società civile».

«Nei prossimi mesi ci impegneremo per realizzare progetti specifici e concreti per promuovere l’accoglienza e nel contempo contrastare la povertà e l’emarginazione tra gli Italiani. Proprio per tale motivo, abbiamo deciso di cambiare la denominazione alla nostra rete che da oggi diventerà “Rete degli Amministratori per l’accoglienza e la lotta alla povertà”».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Luglio 2017
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