Mercato del lavoro con più donne, più laureati e bassi tassi d’assenza
Pubblicato il decimo Rapporto di Confindustria Lombardia, focus su orari e assenze dal lavoro. Ribolla: «È un mercato in evoluzione, più maturo, da un lato più inclusivo ma anche più selettivo»
Il numero di occupati oltre i livelli del 2008 (+54mila unità – grafico 1.1), lieve calo della disoccupazione giovanile e dei Neet, drastica riduzione del ricorso alla CIG rispetto all’anno precedente: queste le principali indicazioni fornite dal Rapporto annuale di Confindustria Lombardia sul Mercato del Lavoro regionale.
La X edizione dell’indagine fornisce un quadro di un mercato del Lavoro che, in Lombardia, sta progressivamente ritrovando dinamismo. Tra i segnali più incoraggianti c’è l’aumento dell’occupazione femminile e di lavoratori più istruiti (grafico 1.1 e 1.3), mentre si acuisce la frattura generazionale: i giovani occupati di 15-24 anni sono quasi 90mila in meno rispetto al 2008 mentre gli over 55 registrano un balzo di +260 mila. Ma i maggiori effetti della crisi sono stati sulla disoccupazione: nonostante il buon andamento del 2016, il numero di senza lavoro – sceso di quasi 20 mila unità, da 364 mila del 2015 a 346 mila – rimane più che doppio rispetto ai 164 mila del 2008. La disoccupazione giovanile nel 2016 torna in Lombardia sotto la soglia del 30% (29,9%) e i Neet si sono ridotti da 155 mila a 137 mila (grafico 1.12 e 1.14).
Nel 2016 i flussi in entrata hanno visto un lieve incremento del contratto a tempo determinato (+1,5%) e una consistente diminuzione del ricorso al tempo indeterminato – 32,7% (a fronte di una variazione positiva del 64,8% nel 2015). In tale contesto, il fenomeno più interessante è senza dubbio il rinnovato interesse da parte delle imprese per il contratto in apprendistato, i cui flussi in entrata sono aumentati del 25,1%.
È dalla cassa integrazione guadagni che nel 2016 arrivano alcune tra le indicazioni più positive: in Lombardia sono state oltre 110 milioni le ore autorizzate, in riduzione (-29,3%) rispetto all’anno precedente (tabella 3.1).
Per il presidente di Confindustria Lombardia Alberto Ribolla «è un mercato del lavoro come quello che emerge dall’indagine di Confindustria Lombardia, con più donne, lavoratori più istruiti, e bassi tassi d’assenza è un mercato in evoluzione, più maturo, da un lato più inclusivo (donne) ma anche più selettivo (maggiore richiesta di competenze). È proprio su questa evoluzione che occorre stabilire una strategia di lungo periodo (includendo anche il mondo della formazione, che non significa solo scuola) per gestire al meglio questa profonda evoluzione che ci attende, dando vita nel contempo ad un vero patto generazionale, un patto che sia finalizzato alla drastica riduzione della disoccupazione giovanile e a un aggiornamento delle competenze tecniche degli over 55 (anche in ottica Industria 4.0). Apprendistato e alternanza scuola-lavoro, – prosegue Ribolla – oltre alle proposte a cui sta lavorando il Governo come il bonus giovani solo per chi non licenzia, sono ottimi strumenti. Ma oltre che sul piano normativo bisogna lavorare parallelamente in maniera pragmatica per ridurre il mismatch tra domanda e offerta» conclude il presidente di Confindustria Lombardia.
Il rapporto 2017, elaborato dal Centro Studi di Confindustria Lombardia su dati Istat 2016 e su un questionario al quale hanno partecipato circa 1000 imprese lombarde, si focalizza poi su orari e assenze dal lavoro: le ore lavorabili (mediamente 1.669 nel 2016) e quelle lavorate (1.556) crescono con la qualifica e sono invece inversamente correlate alla dimensione aziendale;· le ore di assenza nelle imprese lombarde sono state mediamente pari a 113, con le micro imprese che registrano il numero più basso (81); la composizione delle ore di assenza per causale mostra, anche nel 2016, una netta prevalenza delle malattie non professionali (50%), con i congedi retribuiti che incidono per il 18%, gli altri permessi retribuiti per il 18%, gli infortuni sul lavoro per il 5%, mentre scioperi e assemblee rappresentano complessivamente il 4%; i tassi di assenza sono più elevati per le femmine (9,7%) rispetto ai maschi (5,9%): un differenziale in larga parte dovuto all’utilizzo dei congedi parentali. Infine, l’utilizzo della cassa integrazione guadagni ha riguardato il 19% delle imprese lombarde, con picchi di diffusione fra gli operatori industriali (21%) e di maggiori dimensioni (28%). Il fenomeno degli straordinari ha interessato l’85% delle aziende lombarde: tale strumento ha privilegiato l’industria (86%) rispetto ai servizi (77%). Allo stesso tempo, è evidente una correlazione positiva fra utilizzo degli straordinari e la dimensione aziendale.
Per scaricare l’intero rapporto clicca QUI
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