Alle pendici del Lema si sperimenta l’Eldorado dei porcini
Un progetto Interreg con partner svizzeri vuole studiare la simbiosi fra benessere degli alberi e crescita dei funghi commestibili, che attirano sempre più cercatori
Giornate di grande caldo e sole che rendono magiche le ricerche di funghi nei boschi dell’Alto Varesotto; persone se ne incontrano, anche auto a bordo strada a tutte le ore, fin quando c’è luce.
Esiste interesse per questa attività: i boschi non sono solo legna, ma economia “forestale”, e sorge quindi una domanda: tutto questo può rappresentare una leva su cui puntare lo sviluppo economico di queste valli?
Per questo motivo nei boschi sopra Dumenza si sta sviluppando, insieme alla Svizzera, un percorso che parte proprio da qui, attraverso un progetto Interreg recentemente presentato che vuole trasformare questa zona nell’Eldorado dei porcini, incrementando la raccolta anche di altre specie commestibili che permetteranno di avere boschi più sani e con più legname.
L’obiettivo sta nel titolo: “Valorizzazione della biodiversità forestale come fattore attrattivo turistico di incremento economico e incubatore di nuove attività”.
I soggetti attivi in questa ricerca sono Comune di Dumenza – Unione Lombarda Prealpi, Patriziato di Novaggio, Fondazione Beltrami, Università di Genova ed ERSAF (Ente regionale per i servizi dell’agricoltura e delle foreste, di Regione Lombardia).
Incontriamo l’agronomo Valerio Montonati alla sbarra che segna il confine tra l’asfalto della strada per Pradeccolo, sopra Dumenza, e il sentiero sterrato percorribile a bordo di una jeep fino all’Alpe Giani, dove si incontra la baita ristrutturata dalla Fondazione Beltrami, già oggi sede di iniziative legate alla micologia. Più avanti si arriva all’Alpe Bovis, diventato oramai rifugio e buen ritiro pomeridiano, anche durante la settimana, per i cercatori di funghi della zona che tra un bicchiere di vino e un panino al salame mostrano i cestini, parlando dialetto e ricreando atmosfere che si credeva fossero perse.
Montonati collabora con la Fondazione Beltrami e spiega, cammin facendo, gli obiettivi del progetto.
«Il bosco era, ed è fonte di reddito per molti operatori forestali, ma a queste attività economiche ora si associa, specialmente in questa zona, una specifica richiesta di prodotti del sottobosco insieme ad una specifica domanda turistico sportiva naturalistica che coinvolge anche gli ecotopi ed i biotopi che completano l’offerta naturalistica dei rilievi e delle vallate.
Il comparto dei funghi commestibili e dell’escursionismo naturalistico si inserisce in questa dinamica offrendo da un lato la disponibilità di un prodotto alimentare di elevata qualità e conservabilità unito all’attività escursionistica nelle sue molteplici sfaccettature. Da qui nasce l’idea del progetto Interreg che valorizzando l’ambiente bosco e gli ecotopi associati, porti allo sviluppo economico e sociale dell’intero comparto montano».
«Lo scopo del progetto è determinare nuovi approcci alle attività che interessano gli ambienti forestali coinvolgendo boschi di proprietà pubblica e privata: forme di governo e taglio, modalità di esbosco, escursionismo e raccolta dei funghi eduli; razionalizzando
l’ospitalità ed i flussi veicolari in un’ottica di sviluppo economico sostenibile e fornendo momenti formativi ai diversi operatori economici o semplici fruitori».
Passeggiando e discorrendo, i funghi si trovano, e tanti.
Una magia che diviene scoperta per i profani quando si entra nel merito delle spiegazioni scientifiche che portano a sostenere la simbiosi fra funghi e piante. Lo scambio della chimica diventa profumo e gioia per gli occhi: la pianta cede zuccheri ai porcini, essi le danno sostanze minerali con l’effetto di rendere i fusti sani e longevi: «È il fungo che cerca la pianta, e quando la trova si danno forza a vicenda». Una sorta di malattia al contrario: se te la prendi, stai bene.
Da qui anche l’idea di poter studiare, sul posto, i rapporti che nascono fra un certo tipo di taglio del bosco e la nascita dei funghi, autentica ricchezza per quanti in mezzora si appassionano a questa salutare ed economica passione.
Il progetto Interreg – cioè un percorso che ambisce a finanziamenti europei sfruttando la cooperazione fra almeno due Paesi – prevede anche la possibilità di finanziare ricerche scientifiche in loco, per la durata di almeno due anni, attraverso ricercatori e personale capace di studiare questi processi.
La presentazione ufficiale di questo percorso avverrà all’Alpe di Giani, a Dumenza, sabato prossimo, 14 ottobre alla presenza di tutti i partner coinvolti nel progetto Interreg.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
mike su La neve in montagna continua a sciogliersi. Contro la siccità si aspetta la pioggia
Felice su La festa "techno" nei boschi di Lonate Ceppino causa proteste
Rolo su Pullman in sosta con i motori accesi, la segnalazione e la risposta di Autolinee Varesine
lenny54 su "C'è del dolo nelle modifiche al Superbonus"
Felice su Architetti, geometri, ingegneri e costruttori all'unisono: "Da Super Bonus a Super Malus"
Felice su Dentro la loggia del Battistero di San Giovanni a Varese restituita alla città
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.