Busto al Centro: “Votare al referendum vuol dire essere civici”

L'appello della lista civica di centro ai cittadini per l'appuntamento referendario del 22 ottobre: "Comunque la pensiate sull'autonomia lombarda, andate a votare"

busto al centro

Busto al centro entra nella discussione sul referendum del 22 ottobre e lo fa da lista civica sopravvissuta «dopo la transumanza dei componenti della Lista Antonelli nelle file di Forza Italia e la poca considerazione che traspare nei confronti di Busto Grande, BAC risulta essere l’unica Lista Civica presente nel Consiglio Comunale e come tale con il dovere di fare conoscere il proprio parere ai nostro concittadini che rappresentano i nostri più importanti interlocutori».

“22 Ottobre. Referendum consultivo. Per una maggiore autonomia”. Detto così sembra tutto chiaro e semplice, ma i conoscitori della politica italiana sanno quante insidie si nascondono dietro a queste poche parole.
«In qualità di movimento politico ci siamo interrogati sull’opportunità del referendum, sulla sua natura politica e strumentale e sui reali impatti che esso potrebbe portare – scrivono i componenti della lista civica -. Un processo referendario che certamente prova a coniugare responsabilità e trasparenza, attraverso l’attuazione di un regionalismo previsto dall’art. 116 della Costituzione e revisionato dalla riforma del Titolo V. Allo stesso tempo, le considerazioni di tipo politico si potrebbero sprecare, soprattutto rispetto all’opportunismo di una certa classe politica di indire un referendum a pochi mesi dalle elezioni regionali con un dispendio di risorse rilevante, a fronte della possibilità di raggiungere il medesimo risultato attraverso altre vie (basti ricordare che l’ex governatore lombardo, Roberto Formigoni preparò un insieme di richieste per un’autonomia differenziata da trattare col governo, ma proprio la Lega si oppose)».

Bottini e i suoi ci tengono a fare due considerazioni: «Innanzitutto che si tratta di un referendum “popolare”, in cui i cittadini, indipendentemente da come useranno il tablet (la vecchia e cara matita è stata rottamata), possano tornare ad interessarsi della res publica e possano tornare a diventare i protagonisti di una politica che torni a camminare tra la gente. In secondo luogo, ravvisiamo la stessa urgenza che spesso vediamo anche nella nostra esperienza politica cittadina. La necessità di un incontro, di un continuo dialogo costruttivo sul terreno del bene comune. In particolare, ritornano in mente alcune occasioni di questi mesi (non molte per la verità ci sono state concesse) nelle quali la maggioranza ha dovuto accettare un colloquio con le opposizioni e,liberandosi tutti della loro veste ideologica si è avuto la modestia e la libertà di piegarsi al bene della città».

Andare a votare significa per Bac, dunque, essere civici. «Che ciascuno di noi, andando a votare, possa riscoprire quanto affermato da Papa Francesco a Cesena e cioè che la bacchetta magica non funziona in politica. Un sano realismo sa che anche la migliore classe dirigente non può risolvere in un baleno tutte le questioni. Per rendersene conto basta provare ad agire di persona invece di limitarsi a osservare e criticare dal balcone l’operato degli altri».

I civici di Busto non si sentono ingenui e, anzi, si dicono «certi che così la sfida si faccia affascinante. Non esiste un’altra strada se non quella di continuare a dialogare, confrontarsi, approfondire, ipotizzare compromessi, accettare approssimazioni pur di andare avanti a costruire. Esattamente il contrario di posizioni arroccate dietro a slogan elettorali o al pensiero che in questo mondo globalizzato si possa andare avanti da soli.
Senza il contributo di tutti, anche degli “avversari”, un’autonomia differenziata rischia di trasformarsi in un pericolosissimo indipendentismo deleterio».

Sulla base di tali considerazioni Busto al centro conclude ritenendo legittima e democraticamente accettabile qualsiasi opinione che ogni cittadino voglia esprimere, ma ritiene importante, anzi fondamentale, la partecipazione al voto, avendo chiaro che esso dovra’ essere considerato solo l’inizio di una partecipazione a quello che sara’ l’iter conseguente.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Ottobre 2017
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